Da Repubblica.it riprendiamo e pubblichiamo l’articolo di Giovanna Casadio.
“Con Berlusconi consegnato alla storia, ora o mai più”. Beppe Fioroni punta a mettere insieme i partiti di centro, anzi di “baricentro” (così li chiama), per andare uniti alle europee e mostrare che scardinare la politica così com’è, si può. Si è mosso con largo anticipo l’ex ministro e leader cattolico che ha lasciato il Pd quando Elly Schlein è diventata segretaria. “Ero d’ingombro, l’ho fatto per affetto”, ironizza. Ma in vista delle elezioni Europee del 2024 – quando si andrà a votare con la legge proporzionale e le preferenze, e la soglia da superare è il 4% – il progetto centrista può partire.
Quindi la speranza è una reunion con Letizia Moratti, con Italia Viva di Renzi, lista civica, e nessuna preclusione nei confronti di Calenda (“Se solo chiarisce se è ‘con Fioroni mai’, oppure invece sì. Noi non escludiamo nessuno”). Certamente non con +Europa di Riccardo Magi, con cui troppa è la distanza su laicità e temi etici.
Ma i “Popolari uniti”- che Fioroni con Giorgio Merlo e un nutrito gruppo lancia – si rivolgono anche a Forza Italia. In definitiva i forzisti domani sono chiamati alla loro prima prova, dopo la morte di Silvio Berlusconi. Il consiglio nazionale di Fi, che sarà a porte chiuse, procederà all’elezione del reggente, Antonio Tajani in vista del congresso futuro. Il coordinatore azzurro e ministro degli Esteri è l’unico candidato in questa fase a “rilevare” la guida di FI. Il consiglio è appunto blindato e i 213 delegati dovranno nominare “il presidente pro tempore” del partito. Il pensiero di Fioroni per Tajani: “Faccio i più grandi auguri a Tajani, ma difficilmente Forza Italia potrà tornare ai fasti del passato”. Morale: deve fare delle scelte.
Per i popolari (già pronto il logo “Tempi Nuovi, Popolari uniti”) è quindi arrivata “l’occasione unica di riunire ciò che fu diviso nel 1994”. Non potrà certo essere una nuova Dc, ma un partito moderato sì. Intanto l’obiettivo a medio termine è dare vita a una lista per le europee che riconduca all’unità chi si era diviso tra centrodestra e centrosinistra, le associazioni e i movimenti di ispirazione democristiana. All’appuntamento di Fioroni stamani al Bonus Pastor a Roma, hanno partecipato tra gli altri, Elena Bonetti, l’ex ministra della Famiglia, a disagio ormai nelle file renziane che però ribadisce: “Non passo a Forza Italia, resto in Italia Viva per fare il centro”. Ci sono Enrico Borghi, ex dem passato con Renzi; l’ex ministra ex grillina Elisabetta Trenta.
Tradizione dc e nuovi arrivi. Merlo non le manda a dire: “I popolari italiani hanno attraversato una stagione di letargo, inerzia e sono stati gregari”. Deve arrivare una riscossa. “Ma davvero si possono mettere insieme questi pezzi”: è la domanda che il giornalista Francesco Verderami pone a Fioroni. La risposta è sì, perché “le elezioni le vincono sempre gli elettori che stanno a casa, ormai più di quelli che si recano alle urne”. Quindi una offerta politica deve riportare quelle persone a votare.
Tanto per dare le coordinate sul peso politico-elettorale del centro, il sondaggista Lorenzo Pregliasco di YouTrend è chiamato a fornire qualche numero. “Oggi circa il 10% si auto colloca al centro, il 30% nel centrodestra e altrettanto nel centrosinistra. Poi c’è una grande fetta di elettori che non si riconosce in nessuna di queste etichette e lì forse potrebbe esserci un’opportunità per il centro”. Dialogo già avviato con Letizia Moratti con “il suo tentativo di mettere insieme i non distanti”. E comunque a ottobre si parte. Il giro di dialogo, consultazioni e sondaggi sarà ultimato: chi c’è, c’è. Fioroni non si candida alle europee: ci tiene a precisare.