“E se le presunte cattive ragazze fossero le migliori?“. Morale sfacciata ma anche degna conclusione della favola spiritosa scritta e diretta da Alice Rohrwacher, tornata a Cannes venerdì 27 maggio per un rendez-vous con il pubblico del festival al quale ha presentato in anteprima mondiale il cortometraggio “Le Pupille“, girato in pellicola Super 16, formato 35 mm. Un film breve della durata di 37 minuti basato su un’idea originale del regista messicano Alfonso Cuarón, Premio Oscar e qui anche produttore, in collaborazione con Esperanto Filmoj e Gabriela Rodriguez, insieme a Carlo Cresto-Dina per Tempesta, già produzione di tutte le sue pellicole.
La sorella, Alba Rohrwacher, indossa il velo di una rigida madre superiora. Valeria Bruni Tedeschi i panni dell’innamorata di un conte che non la vuole più. E poi ci sono Melissa Falasconi, Carmen Pommella, Greta Zuccheri Montanari, Luciano “Catirre” Vergaro e Tatiana Lepore. Al femminile la fotografia, di Hélène Louvart, e il montaggio, di Carlotta Cristiani. Entro la fine dell’anno il corto che “racconta l’innocenza dell’infanzia” approderà in esclusiva anche sulla piattaforma streaming Disney+. Forte la curiosità di scoprire il nuovo lavoro che arriva dopo il docufilm corale “Futura”, candidato al David di Donatello 2022, che ha partecipato a diversi festival internazionali.
Per quello di Cannes sono passati – tutt’altro che inosservati – i tre lungometraggi “Corpo Celeste” (2011), “Le Meraviglie” (2014) e “Lazzaro Felice” (2018). In lavorazione il quarto, “Chimera” e la serie tv “Ci sarà una volta”. “Quando Alfonso Cuarón mi ha chiesto se volevo realizzare un piccolo film sulle feste di Natale – ha spiegato la regista, seppure fuori stagione e lontana dal buen retiro dell’Alfina, in quella terra di mezzo al confine tra Umbria, Lazio e Toscana che tanto ama, difende e racconta – subito si è affacciata alla mia mente l’immagine di una grande torta rosa. La torta era su un tavolo, e tante pupille la guardavano affascinate. Quell’immagine era emersa nella mia memoria da una storiella che avevo letto molti anni prima.
Si trovava in una lettera che la scrittrice Elsa Morante inviò al suo amico Goffredo Fofi per augurargli Buon Natale. La splendida lettera raccontava le sorti di una zuppa inglese capitata in un collegio religioso durante le festività, tanto tempo prima. Immaginando i destini intrecciati in quel collegio, l’avvicinarsi del Natale nei pensieri e nei gesti delle piccole orfanelle rimaste sole con quattro suore, durante un tempo di carestia e di guerra, è nato ‘Le Pupille’, un film sui desideri puri e su quelli interessati, sulla libertà e sulla devozione, sull’anarchia che all’interno del rigido collegio può fiorire nella mente di ognuno.
Le bambine obbedienti non possono muoversi, ma le loro pupille possono ballare la danza scatenata della libertà“. Anche durante la Seconda Guerra Mondiale, anche in un povero convento dove un quadro vivente serve con le piccole nei panni di angioletti serve alle suore per raccogliere fondi in cambio di preghiere. Sì, perché anche lì può arrivare una strabiliante zuppa inglese realizzata con settanta uova…