Sembra che due settimane fa, durante la riunione a Roma convocata per cercare di non far spaccare Forza Italia, siano volate parole grosse. Sembra che ad Arena siano state rinfacciate ingratitudine e irriconoscenza visto che nel 2018 riuscirono a farlo candidare contro il volere di tutti (FdI e Fondazione). Si dice che Tajani, all’indirizzo dell’ex sindaco, abbia urlato parole pesanti e che lo stesso Battistoni, seppur muto, aveva gli occhi fuori dalle orbite.
Il problema è che Tajani e Battistoni che davano lezioni di coerenza quando erano stati i primi a benedire l’accordo con il Pd in Provincia non devono essere apparsi a Giovanni Arena il pulpito giusto da cui accettare la predica. Idem Romoli, che è diventato presidente della Provincia scelto dal Pd con l’avallo di tutto il vertice azzurro, come dimostrano le foto dei festeggiamenti nella stanza del sindaco subito dopo lo scrutinio delle schede che decretarono la sua vittoria.
Ora si dice che Arena e Romoli pagheranno caro lo sgarbo fatto. Ma c’è da crederci? A fronte della situazione comatosa in cui versa Forza Italia a Viterbo è probabile che alla fine li lasceranno stare, tanto, dopo le elezioni, qualunque sarà il risultato, ci si dimenticherà di tutto questo teatrino. Non conviene insomma neanche a Tajani e Battistoni perdere altri pezzi, più di quelli che hanno già perso e che sicuramente continueranno a perdere alla luce di un risultato elettorale che si preannuncia a dir poco scarso. Ma sì, anche perché in fondo, al di là della posizione di intransigenza presa su input di Berlusconi e del punto che bisogna tenere agli occhi della Lega, potrebbe far comodo anche a Battistoni la presenza di Arena e Romoli nella coalizione del Pd. Quella coalizione che il senatore avrebbe voluto fare più di tutti se solo glielo avessero lasciato fare.