Dopo un servizio andato in onda sul Tg1 contro gli allevamenti di polli in provincia di Viterbo, il presidente dell’associazione Tuscia Avicola ha presentato una denuncia contro ignoti ai carabinieri di Bomarzo.
“La Lav – dice Fabio Angeli al Corriere di Viterbo – criminalizza un settore su cui si basa buona parte dell’economia della zona di Grotte Santo Stefano, e che dà lavoro a circa 600 persone, quando noi avicoltori grottani peraltro in questi anni abbiamo avviato un confronto costruttivo con un comitato locale e con lo stesso Comune di Viterbo. Lo stesso proveremo a fare con il Copattrimi, il comitato di Montefiascone citato dalla Lav”.
Dopo il primo servizio l’allevamento di polli citato nel servizio giornalistico ha ricevuto la visita della Asl di Viterbo e dei carabinieri del reparto forestale: “Non è stata riscontrata alcuna irregolarità, come documentano i verbali. Negli stabilimenti in questione la Asl ha compiuto in totale ben 7 sopralluoghi per redigere la check list sulla biosicurezza. Tutto è risultato perfettamente in regola. Riceviamo controlli sistematici, da parte dei Nas come degli altri enti preposti, i quali partecipano regolarmente anche ai nostri convegni”.
Per Angeli, come riporta il Corriere di Viterbo, il video girato dalla Lav potrebbe essere stato addirittura manipolato: “Di due dei capannoni mostrati non siamo riusciti a individuare la proprietà. A un certo punto si vedono due polli morti, ma in capannoni dove vivono 7/10 polli per metro quadro una mortalità del 3-4% è fisiologica. Buona parte dei nostri allevamento sono biologici per i quali la legge prescrive un tetto massimo di 10 polli per metro, quando un allevamento intensivo arriva addirittura a 20”.