Un Francesco Battistoni confuso come un pugile suonato quello che è ricomparso a Viterbo martedì per incontrare gli agricoltori e gli allevatori che protestavano in piazza del Comune contro il caro elettricità. Intervistato sulla situazione politica, sugli intendimenti di Forza Italia in vista delle comunali, il senatore ha affermato tutto e il suo esatto contrario, evitando però di dire quello che tutti si sarebbero aspettati che dicesse: quale è la linea politica del suo partito? Perché l’alleanza con il Pd in Provincia se è vero, come dice adesso, vuole che Forza Italia resti nel centrodestra? Se le cose stanno così, perché alle elezioni di dicembre si è preferita l’intesa con la sinistra panunziana pur a fronte della larga maggioranza che avrebbe avuto il centrodestra se si fosse presentato unito? Perché?
Battistoni cerca di passare per vittima – i cattivi sono quelli che hanno mandato a casa Arena – e sulla base di questa strategia spiega che “se non ci vogliono saremo costretti a cercare altre alleanze”. Traduzione: il Pd di Panunzi. Ma soprattutto pone una condizione che suona come una provocazione: la vecchia alleanza si può ricostruire, ma con persone diverse. Sì, avete sentito bene: persone diverse da quelle che hanno fatto cadere la giunta. Roba da matti, vuole comandare a casa di altri, ma siccome, anche se confuso, matto non è, non resta immaginare che certe cose le dica apposta per farsi dire di no e decretare per sempre la morte del vecchio centrodestra viterbese, con Forza Italia accasata da Romoli e Panunzi.
Ma l’apice dei suoi ragionamenti senza senso (politicamente parlando) il senatore lo raggiunge quando dice che, per quanto riguarda il candidato sindaco, i nomi si propongono solo all’ultimo: “Prima si fa il programma e poi si sceglie la persona più adatta a portarlo avanti”. Tutto giusto se non fosse che, qualche riga più in là, si contraddice platealmente affermando che no, “prima va delineato il perimento dell’alleanza (che sia con il centrodestra o il Pd, ndr) e poi all’interno di essa va studiato il programma da presentare agli elettori”. Praticamente è l’esatto contrario di quello che aveva detto poco prima. Stabilire infatti un’alleanza senza una base programmatica di partenza significa farlo indipendentemente da qualsiasi linea politica, ma solo con l’intento opportunistico di formare un cartello per cercare di vincere le elezioni per gestire il potere.
A un anno dalle elezioni politiche, emerge così un Battistoni preoccupato di assicurarsi la rielezione, sapendo che stavolta come si muove si muove male. Forza Italia sembra infatti destinata a spaccarsi e addio per sempre sogni di gloria. Ha una sola strada il partito azzurro a Viterbo per uscire indenne dallo tsunami che esso stesso ha provocato: far cadere la Provincia ed essere riammesso nel centrodestra con la testa cosparsa di cenere. Dubitiamo però che Battistoni, Marini e gli altri abbiano la forza, la capacità, il coraggio e soprattutto la volontà di farlo.