Niente Istituto alberghiero a Bagnoregio: tutta colpa, spiega il sindaco Luca Profili, di un’imboscata della Provincia.
“Per essere sempre trasparenti e schietti – dice – mi preme spiegare ciò che è avvenuto rispetto all’Istituto alberghiero richiesto da noi, appoggiato in sede di Consiglio provinciale e poi non deliberato all’interno del dimensionamento della Regione Lazio. Siamo stati vittime di un’imboscata che ha affossato in parte un progetto capace di portare sviluppo e occupazione in tutta la Tuscia, in virtù dell’effetto volano di Civita. Provo a spiegarlo in modo semplice e trasparente. La Provincia di Viterbo ha approvato in Consiglio, il 30 novembre scorso, la nostra richiesta di istituire l’Istituto, l’ha trasmessa alla Regione Lazio che ha richiesto un atto integrativo, che in pratica riguardava la nostra disponibilità a mettere a disposizione la Tenuta di Campolungo. Ho riunito subito la giunta ed approvato il giorno successivo, fatto questo, come avviene tra enti, abbiamo inviato con una pec ufficiale alla Provincia, che lo avrebbe dovuto a sua volta, trasmettere alla Regione. Bene, la nostra delibera non è stata trasmessa alla Regione Lazio per essere lavorata e portata all’approvazione della giunta regionale”.
Profili prende quindi atto che “c’è stato qualcuno, all’interno del Consiglio provinciale, delegato ‘apparentemente’ a seguire l’iter, che ha fatto di tutto per ostacolare la nostra volontà, per piccoli interessi di paese. Farsi vedere d’accordo alla luce del sole, lavorare contro nell’oscurità, dal primo giorno, con telefonate e telefonatine, chiedendoci di ritirare la proposta. Un danno enorme provocato a noi ma ancora peggio, in generale a tutta la Tuscia, vista la grande possibilità che sarebbe stata per tanti ragazzi. Questo non è né il mio ne il nostro modo di agire, per noi la parola è una. Andremo avanti ugualmente, anche se non si riuscirà ad ottenere per l’anno scolastico che verrà questo nuovo indirizzo. Ringrazio la Regione Lazio per aver cercato una soluzione che purtroppo, tecnicamente, era troppo complessa. Apriremo il nostro convitto per l’Istituto agrario, una scuola villaggio, perché così l’abbiamo immaginata, un’esperienza nuova che possa permettere ai ragazzi di crescere attraverso la condivisione della vita quotidiana, un grande progetto innovativo per questa provincia, nato dalla collaborazione tra istituzioni, scuola e terzo settore. Non ci fermeremo, nonostante tutto. La politica per noi è costruire, non affossare sogni, soprattutto se si tratta di ragazzi e ragazze. Da oggi, il mio impegno, anche a livello provinciale, sarà ancora più forte. Non si può fermare il vento con le mani…”.