Anticipata di due anni, precisamente al 27 gennaio 2022, l’udienza sul caso del ragazzo egiziano, Hassan Sharaf, suicida a Mammagialla nell’estate del 2018. Si tratta del passaggio dibattimentale chiesto dalla famiglia della vittima e da alcune associazioni umanitarie, che, sospettando presunte responsabilità del carcere, si sono opposte all’archiviazione dell’inchiesta decisa, senza ulteriori accertamenti, dalla Procura.
La vicenda nei giorni scorsi era stata al centro di ampi servizi giornalistici sulla stampa nazionale, a cominciare dal Giornale che aveva addirittura avanzato parallelismi con il caso Regeni, adombrando la possibilità che l’Italia stesse in qualche modo cercando di insabbiare l’accaduto. A far deflagrare le polemiche era stata la decisione di calendarizzare l’udienza al 7 marzo del 2024. Sono seguiti un intervento dell’ambasciata egiziana e la richiesta al ministro della giustizia da parte del deputato Riccardo Magi di +Europa di aprire un’istruttoria, mandando a Viterbo degli ispettori
A gennaio si stabilirà se l’inchiesta penale potrà andare avanti oppure no, verificando, in caso positivo, eventuali responsabilità di terzi nella morte del ragazzo. Hassan Sharaf venne chiuso nella cella di isolamento del carcere di Viterbo. Poche ore dopo il suicidio utilizzando le lenzuola. Prima di uccidersi il giovane aveva denunciato maltrattamenti in carcere.