Coldiretti Viterbo scrive ai sindaci dell’area per invitarli alla pianificazione urbanistica con l’individuazione delle aree non idonee all’installazione dei pannelli fotovoltaici entro i tempi previsti dalla nuova normativa regionale.
“E’ davvero importante – spiega il presidente di Coldiretti Viterbo, Mauro Pacifici – aggiornare entro il prossimo 30 giugno 2022, le aree non idonee all’installazione degli impianti fotovoltaici a terra, al fine di tutelare le colture agricole. Se i Comuni non provvederanno entro i termini previsti – prosegue Pacifici – la Regione potrà esercitare il potere sostitutivo, tramite le proprie strutture o nominare un commissario ad acta”.
Quella del fotovoltaico è una tematica che sta particolarmente a cuore a Coldiretti e proprio dalla federazione di Viterbo, è partita lo scorso luglio la petizione lanciata in tutto il Lazio e a livello nazionale, contro l’installazione dei pannelli fotovoltaici su suolo agricolo produttivo, nell’ambito di un progetto regionale e nazionale voluto da Giovani Impresa Coldiretti.
“Ovviamente siamo favorevoli alle energie rinnovabili – prosegue Pacifici – questo deve essere chiaro, ma non possiamo accettare che si sottragga terreno fertile ai nostri agricoltori. Abbiamo proposto numerose soluzioni alternative per superare questo problema, come quella di installare i pannelli solari sui tetti di stalle, cascine, magazzini, fienili, laboratori di trasformazione e strutture agricole”.
Sono quindi sospese per otto mesi a decorrere dalla data di entrata in vigore della legge, dunque fino al prossimo aprile, le nuove autorizzazioni di impianti di produzione di energia eolica e le installazioni di fotovoltaico posizionato a terra di grandi dimensioni. Una sospensione che non vale per gli impianti già autorizzati, ma solo per quelli nuovi di cui si chiede autorizzazione, che è appunto sospesa fino al prossimo aprile. Così come non si applicano alle autorizzazioni di impianti agrovoltaici che adottino soluzioni integrative innovative, in modo da non compromettere la continuità delle attività di coltivazione agricola e pastorale, purché realizzati con sistemi di monitoraggio. Questi sistemi consentano di verificare, anche con l’applicazione di strumenti di agricoltura digitale e di precisione, l’impatto sulle colture, il risparmio idrico, la produttività agricola per le diverse tipologie di colture e la continuità delle attività delle aziende agricole interessate.