La Regione autorizza l’ampliamento fino a 600 mila metri cubi della discarica di Monterazzano, che di fatto diventa a tutti gli effetti discarica regionale. La determina è stata pubblicata sul Burl ed è stata subito oggetto di un’interrogazione presentata in Consiglio comunale da Luisa Ciambella.
“Stamani – ha detto la consigliera dem – sul bollettino della Regione Lazio è stata pubblicata una determina che autorizza l’ampliamento della discarica di Monterazzano fino a 600 mila metri cubi. Lo spazio residuo dell’invaso alle porte della città si sta esaurendo molto prima di quanto era previsto a causa dei conferimenti extra dalle altre province del Lazio. Conferimenti che, ci garantiva anche il sindaco, dovevano essere temporanei e invece proseguono di proroga in proroga. In due anni, riporta la determina, sono stati già utilizzati circa 190.000 mc dei 275.000 precedentemente assentiti. Il Comune di Viterbo e la provincia di Viterbo che in tutti questi mesi non si sono mai opposti nelle sedi opportune ai conferimenti dei rifiuti dalle altre province del Lazio facciano ora ricorso al Tar per dire no a questo ennesimo schiaffo al nostro territorio e alla sua comunità. Il piano di gestione dei rifiuti approvato il 2 agosto del 2019 prevede che in ‘caso di carenza impiantistica, in attesa dell’autosufficienza di Ato, l’Ato deficitario può utilizzare impianti presenti in altri Ato, fermo restando il principio di prossimità e per un periodo massimo di trentasei mesi’. Chi ha votato quel piano ha condannato Viterbo e la Tucia ad essere la discarica del Lazio per i prossimi anni, poiché erano note le difficoltà che si registravano nel resto della Regione”.
“Altro che turismo – conclude Ciambella – altro che promozione dell’agricoltura di qualità, altro che transizione ecologica. Abbiamo, invece, rifiuti da tutto il Lazio per essere smaltiti in discarica, maxi impianti di pannelli fotovoltaici da nord a sud della provincia (la moratoria-bluff sospende solamente le installazioni ma non le autorizzazioni, che infatti continuano a piovere), la trasformazione dell’area artigianale dell’Acquarossa in un distretto dell’immondizia, anche con una piattaforma per il trattamento di rifiuti pericolosi e non. Senza parlare poi della possibile individuazione della Tuscia come sito per il deposito delle scorie nucleari”.