Anche a Viterbo la manifestazione organizzata da Usb, Si Cobas e Comitato Tuscia in Lotta (ha partecipato pure il Comitato non ce la beviamo) per protestare contro lo sblocco dei licenziamenti, chiedere una sanità migliore e dire no all’aumento delle bollette. La manifestazione si è svolta prima davanti a Palazzo dei Priori, quindi il corteo si è recato a Valle Faul davanti alla sede di Unindustria.
“Sblocco dei licenziamenti, rincari delle bollette e sanità allo sfascio – è stato detto – sono solo le ultime batoste date ai lavoratori, che si vanno a sommare agli incidenti sul lavoro, allo sfruttamento degli operai e al ricatto del permesso di soggiorno per gli immigrati”. Piaghe che interessano da vicino la provincia di Viterbo, da dove “può partire un esempio vincente di lotta di classe. Ne è la dimostrazione la vittoria delle educatrici a sostegno di bambini e ragazzi con fragilità, che di fronte al cambio di appalto, senza nessuna sicurezza per il loro futuro, hanno saputo portare avanti una battaglia che ha visto il riconoscimento di tutte le richieste”, sebbene ora bisogna ancora combattere “finché non saranno tutte internalizzate, cioè assunte a tempo indeterminato dal comune di Viterbo”.
Secondo queste sigle sindacali esiste “un’oggettiva necessità di lotta di classe. Necessità di ritornare ad incidere realmente nei rapporti di produzione del sistema capitalista, nelle fabbriche, nei campi, in ogni luogo di lavoro”.