Ospedale: serve ripristinare la funzionalità delle sale operatorie, subito, non solo per le urgenze. Intervengono così i consiglieri comunali Arianna Centini, Manuel Catini e Andrea Andreani alla luce dei ritardi che stanno interessando i lavori appunto alle sale operatorie, ritardi che stanno costringendo tante persone ad andarsi a curare fuori provincia o addirittura fuori regione. Una situazione incredibile, anche perché sul futuro dell’ospedale di Tarquinia la Asl non sembra intenzionata a spendere una parola, a parte le generiche rassicurazioni che vengono fornite ogni volta che qualcuno solleva il problema.
“Abbiamo denunciato ad inizio settembre – dicono Arianna Centini, Manuel Catini e Andrea Andreani – come la Asl di Viterbo ha fatto piovere sulla sanità provinciale finanziamenti ovunque (si votava) ma non sull’ospedale di Tarquinia.
Ci aspettavamo spiegazioni dalla politica, invece sul fuoco si è gettata addirittura con pregevole nota, il direttore generale Donetti. Noi la ringraziamo per averci confermato che abbiamo ragione. L’ospedale di Tarquinia è in pericolo. Siamo sconcertati perché al netto delle promesse di futuri finanziamenti, negli ultimi due anni la Asl si vanta di avere investito sul nostro ospedale l’insufficiente somma di euro 380 mila. Per cosa? Interventi programmati su tutta la rete ospedaliera, per lo più per adeguamento alle normative vigenti: ovvero ordinaria amministrazione, il compito reso necessario anche dal problema Covid. Più servizi? No, riportati in città coloro che erano allo Sporting, in albergo, così risparmiamo l’affitto. La Donetti poi si vanta di aver speso soldi, sempre quelli, necessari al trasferimento dello Spdc a Tarquinia, malati da tutta la provincia in sei posti letto! Un caos annunciato che ha costretto gli operatori sanitari a lasciare i pazienti, con problemi psichiatrici, parcheggiati in pronto soccorso, senza sorveglianza se non quella degli infermieri comunque occupati nelle urgenze, e questo nel periodo del Covid, una genialata che solo la capacità del personale non ha trasformato in tragedia”.
E poi arriva il nodo dolente, le sale operatorie: “Una – dicono i tre consiglieri comunali – chiusa per lavori di ristrutturazione, mentre i lavori vanno a rilento e la colpa non è certo della ditta. L’altra in uso soltanto per le urgenze. Risultato, sotto schiaffo va ortopedia, eccellenza dell’intera Asl di Viterbo, che non può operare, se non le urgenze, e decine di pazienti emigrano spesso altrove, in altre regioni, perché ad oggi non c’è data certa sul fine lavori della sala operatoria chiusa. Quanto ai progetti in corso di approvazione, aspettiamo e stiamo a guardare, nel mentre alla Donetti consigliamo di fare e bene il direttore della Asl e non il portavoce delle scelti folli che la politica sta facendo nella sanità. Serve un ospedale più forte e le sale operatorie aperte, il rispetto del personale, costretto oggi a lavorare dove le sale operatorie sono aperte, ergo non a Tarquinia”.