Non è bastata la petizione con 500 firme promossa da alcune attività imprenditoriali della zona. E neanche sono servite le analisi dell’Arpa che hanno messo in luce la presenza nei terreni di sostanze tra le sette e le nove volte oltre i limiti consentiti dalla legge: la Conferenza dei servizi svoltasi oggi in Regione ha infatti dato il via libera al biodigestore all’Acquarossa. La società che andrà a realizzare l’impianto dovrà osservare una serie di prescrizioni, tra cui il controllo sistematico delle emissioni nell’aria. L’ok al progetto, volto a trasformare i rifiuti organici in energia, è arrivato con il nulla osta del Comune di Viterbo (pareri favorevoli dei dirigenti dell’urbanistica e dell’ambiente).
Tutto per certi versi come previsto, dal momento che il Comune finora non aveva mai avanzato opposizioni di alcun tipo, a dimostrazione, come nota la consigliera comunale Luisa Ciambella, del bluff giocato da Giulio Marini quando nelle settimane scorse, sotto la spinta delle proteste e della petizione popolare, ha proposto l’ordine del giorno contro il progetto. Sapeva benissimo che si sarebbe trattato solo di fumo negli occhi. Va detto ad onore del vero che, oltre a quello del Comune, sono stati favorevoli anche i pareri della Regione (ma questo era ovvio) e della Sovrintendenza.
Luisa Ciambella, che nei giorni scorsi aveva scoperto l’esistenza delle analisi dell’Arpa, prende atto di quanto accaduto e aspetta di leggere le prescrizioni a cui la società dovrà attenersi: “Certo è – dice – che quanto ho denunciato circa i valori delle sostanze inquinanti presenti nei terreni della zona non potrà cadere nel vuoto. Da parte del Comune c’è adesso l’obbligo di riconsiderare il piano complessivo di sviluppo che interessa questa area alle porte della città. D’altra parte, al di là delle determinazioni della Conferenza dei servizi, che non ci siano rischi per la salute pubblica è tutto da dimostrare”.
Per la consigliera comunale del Pd la giunta Arena deve insomma prendere finalmente posizione, smettendola di far finta che non stia accadendo nulla sotto il profilo dell’alta concentrazione di impianti per energie alternative nella zona. Ricordiamo che poco più su devono sorgere un altro biodigestore e un campo fotovoltaico, senza considerare, ancora più a monte, il parco eolico con pale visibili anche da Civita di Bagnoregio.