“Adesso anche basta! Il mio percorso con il M5S finisce qui. Non voglio risultare complice di tutti i silenzi relativi alla questione Tosini, ex dirigente regionale del settore rifiuti, al concorso di Allumiere o a quello della Asl di Latina e nemmeno voglio essere accostata ai voti favorevoli sul parziale ripristino di una quota dei vitalizi né al favore concesso con la proroga ai gestori delle slot machine, una nostra battaglia da sempre, a cui anche alcuni consiglieri di maggioranza hanno votato contro”.
Esce dal Movimento 5 Stelle e abbandona la maggioranza alla Pisana la consigliera Francesca De Vito, che punta il dito contro un’alleanza, quella che sostiene il governatore, con troppi, presunti scheletri nell’armadio.
“Ritengo – spiega in un lungo post su Facebook – che nel Lazio migliaia di elettori del M5S siano stati traditi da chi non ha avuto la forza di resistere alle lusinghe di Zingaretti ed è entrato in Giunta senza un voto di conferma da parte degli iscritti e malgrado lo stesso governatore continui quotidianamente ad aggredire verbalmente la sindaca di Roma Capitale, Virginia Raggi. Non era certo questo il compito che ci avevano affidato i risultati elettorali quando ci siamo proposti come terza forza politica. Inoltre non posso accettare questa deriva verticistica che spinge inesorabilmente a scioglierci nel Pd, né che si diventi un partito a tutti gli effetti con tanto di mega sede, segretari ed eventuale richiesta del 2×1000 solo per pagarne la struttura. Non avrei mai dato soldi al partito, come è stato chiesto, ma nei prossimi giorni mi organizzerò per creare all’interno del mio sito www.francescadevito.it una sezione dedicata alle restituzioni con gli importi e le modalità per donarle ai territori, azione anche questa per tanti passata di moda come quella di non avere più di un incarico contemporaneamente”.
La De Vito resterà “fermamente all’opposizione come gli elettori mi hanno voluta ed il M5S aveva promesso e non aderirò a nessun’altra forza politica fino alla fine del mio mandato, a meno che gli attivisti e i portavoce fuoriusciti non decidano di creare un diverso soggetto politico, sulla base dei nostri principi originari, con la speranza che al più presto anche Davide trovi la forza di rialzarsi da questa meschina offesa che ha ricevuto e decida di combattere contro Golia per riscattare la memoria e il grande proposito di democrazia partecipativa e di intelligenza collettiva che, a questo punto si può dire, era solo di Gianroberto”.