Il 20 luglio scorso, a Civita Castellana, sulla S.P. 311 Nepesina Località via delle Fontanelle, si era sviluppato un vasto incendio che aveva interessato più di venti ettari di vegetazione con grande pericolo per le persone residenti nei pressi, anche in considerazione della presenza dell’area di servizio. Per domare le fiamme erano intervenuti un elicottero da spegnimento, due squadre di vigili del fuoco, quattro auto della protezione civile, polizia locale del comune di Civita Castellana. Al termine di un’approfondita attività investigativa, i Carabinieri della Stazione di Castel Sant’Elia, dagli esami testimoniali, dall’acquisizione di riprese fotografiche, e dal successivo sopralluogo effettuato in collaborazione con il personale Asl Viterbo – Spresal Civita Castellana, hanno denunciato per disastro colposo un 46enne capocantiere; per favoreggiamento personale un altro 46enne di San Lucido, un 54enne di Limatola e una 34enne di Pescara, tutti dipendenti della ditta che stava effettuando dei lavori in quella zona, mentre la donna svolgeva incarico di coordinatore della sicurezza in fase di esecuzione dei lavori. Inoltre, in relazione alla sicurezza sui luoghi di lavoro sempre alla donna quale coordinatore della sicurezza, è stata contestata la violazione degli «Obblighi del coordinatore per l’esecuzione dei lavori», mentre alla rappresentante legale della società – una 65enne di Macerata, è stata contestata la violazione del «piano di sicurezza e di coordinamento». Al termine delle prime attività condotte dai Carabinieri della Stazione, si era appurato che l’incendio era stato causato verosimilmente dal contatto tra un escavatore presente in un cantiere poco distante e la linea elettrica aerea. Tra i documenti relativi all’escavatore, stranamente mancava la tessera di abilitazione alla guida, pertanto si era reso necessario un ulteriore approfondimento per individuare la persona che materialmente era impegnata a condurre il veicolo al momento dell’incidente. Fin da subito le testimonianze erano risultate contrastanti, e alcune di queste indicavano come conduttore uno operaio che al momento dell’incidente non era presente sul posto ed era giunto solo un paio di ore dopo. Anche lo stesso operaio aveva dichiarato di trovarsi alla guida del mezzo, e tale circostanza era stata confermata anche dall’altro operaio presente e dalla coordinatrice per l’esecuzione dei lavori della ditta. Tutti e tre sono stati denunciati per false testimonianze, che si ritiene avessero lo scopo di tutelare la ditta per i fini assicurativi.