Riceviamo e pubblichiamo
L’ormai plenipotenziario amministratore della Talete prosegue la missione privatizzatrice affidatagli e sostenuta dai sindaci. Nonostante la situazione contabile sia in attivo; nonostante esponenti della Regione Lazio, tra cui l’assessore competente, stiano operando per il superamento dell’emergenza arsenico e pongano la questione della attuazione della legge 5/2014; nonostante siano stati approvati ordini del giorno in Regione che prevedono il reperimento di fondi pubblici da destinare a questa causa; nonostante sia possibile accedere ai fondi della Cassa depositi e prestiti, abbondante di euro, che ha la principale missione di finanziare gli enti pubblici; nonostante la richiesta di 40 milioni ad Area che, per quanto ne sappiamo, è in attesa di un riscontro del presidente dell’Ato. Nonostante tutto questo, la sola strada battuta è la privatizzazione.
E’ ormai talmente evidente la volontà di privatizzare a tutti i costi e a qualsiasi condizione, che diviene inutile sottolinearla. Gli interessi delle multinazionali e delle banche speculatrici prevalgono su quelli dei cittadini; gli ordini dei partiti complici prevaricano gli interessi collettivi e magari i sindaci, servitori obbedienti, avranno anche la faccia di chiedere il voto nelle prossime elezioni amministrative. Che almeno i consiglieri comunali diano da subito il segno della loro esistenza con atti concreti, rifiutando una impostazione che danneggia la democrazia e la loro rappresentanza.
Comitato Non ce la beviamo