Angelo Russo, ideatore e progettista della Macchina di Santa Rosa “Sinfonia d’archi”, trasportata il 3 settembre per sette anni (1991/97) torna a Proceno, il centro dell’Alto Lazio in cui è nato, con una mostra dal titolo “Ritorno al luogo natio” che sarà possibile visitare fino al 16 agosto nei locali di Palazzo Sforza e del Castello. La mostra è un’anteprima di quella che si svolgerà a Viterbo nel prossimo mese di settembre.
Angelo Russo vive e lavora a Viterbo. La sua formazione, come due rovesci della stessa medaglia, si completa tra arte e psicologia. Dopo studi di architettura, presso L’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, con particolare riguardo ai corsi di plastica, composizione architettonica e disegno dal vero, successivamente si laurea in psicologia ad indirizzo clinico presso la stessa università.
La sua attività artistica inizia con una collettiva presso la Chiesa di S. Egidio di Viterbo nel 1975, seguiranno altre collettive di pittura. Nel frattempo, alternando l’attività artistica a quella di funzionario pubblico, esegue la grafica per una serie di manifesti a carattere locale e nazionale. Numerose le opere realizzate tra cui, nel 1996, la scultura galleggiante per la processione sul lago di Trevignano Romano la notte del 15 agosto, che ha sfilato montata su una chiatta per 4 anni; il palio di Bolsena; il Premio Maestro Fardo. Molti anche i riconoscimenti tra i quali il Premio Guglielmo II – Museo Civico d’arte Moderna e Contemporanea G. Sciortino – Monreale Palermo nel 2020 con successiva pubblicazione dell’Opera selezionata sulla rivista Art Now periodico d’arte diretto da Sandro Serradifalco.