Ancora rifiuti da Roma nella discarica di Viterbo: 140 tonnellate al giorno fino al 25 luglio e poi 80 tonnellate fino al 2 agosto. E’ quanto dispone la nuova ordinanza contingibile e urgente firmata dal presidente della Regione, Nicola Zingaretti. Di fatto, al di là dell’ottimismo di Arena, che solo ieri sosteneva di aver ricevuto rassicurazioni circa la cessazione dei conferimenti il 30 di questo mese, andrà avanti così fino alla fine dell’estate. Il tutto probabilmente con ordinanze ogni 15 giorni.
“All’amministrazione giudiziaria di E. Giovi, gestore degli impianti tmb 1 e 2 di Malagrotta – si legge nell’ordinanza – si ordina di conferire dal 16 al 25 luglio gli scarti derivanti dal trattamento dei rifiuti indifferenziati prodotti da Roma Capitale pari a 140 t/g e dal 26 luglio fino al 2 agosto gli scarti derivanti dal trattamento dei rifiuti indifferenziati prodotti da Roma Capitale pari a 80 t/g presso la discarica Ecologia Viterbo non essendo disponibile alcuna capacità di smaltimento in discarica nel comune di Roma Capitale, e non essendo sufficiente quella disponibile nella città metropolitana di Roma”.
Il tutto avviene nell’inerzia della politica locale, sia di quella del Comune che, a maggior ragione, di quella di Provincia e Regione. All’interno della maggioranza di Palazzo dei Priori, lo sostiene ad esempio lo stesso Gianmaria Santucci, che, derubricando a passeggiata la trasferta a Roma di Arena e dei parlamentari viterbesi, chiede che Palazzo dei Priori convochi urgentemente Comune di Roma e Regione: “Riaprire immediatamente Malagrotta – dice Santucci – è l’unica soluzione possibile. Abbiamo seguito con molto interesse ed un po’ di sincera curiosità, l’iniziativa di questi giorni del sindaco di Viterbo sui rifiuti, compreso il viaggio della speranza dal prefetto della capitale, già agli onori della cronaca per l’attacco al viterbese Bonucci. Come detto in Consiglio comunale, noi di Fondazione riteniamo insostenibile la gestione attuale, figlia dell’indecisione totale e dello scaricabarile fra la Regione Lazio ed il Comune di Roma. E’ del tutto evidente che dopo 25 anni dall’approvazione del piano rifiuti della provincia di Viterbo, ancora si stia in questa regione all’anno zero della chiusura del ciclo dello smaltimento. I festeggiamenti per la chiusura di Malagrotta, simili a quelli della recente vittoria della nazionale, non potevano che portare a questa situazione assurda, per cui Viterbo, nei fatti sta diventando essa stessa la nuova Malagrotta laziale. Né la scelta di Albano, né la complicata riapertura del sito di Roccasecca possono essere una vera e duratura alternativa nel breve periodo, considerando che a questo ritmo fra 6 mesi l’attuale sedime di Monterazzano sarà colmo. Per questo, invece di confortevoli passeggiate nel centro di Roma con organi incompetenti per legge, sarebbe più utile per Viterbo convocare Regione Lazio e Comune di Roma Capitale ad un incontro urgente in cui chiedere ufficialmente la riapertura del sito di Malagrotta ( utilizzabile per 5 milioni di mc) almeno fino alla definizione di un definitivo ciclo regionale dei rifiuti; che speriamo avvenga subito dopo le elezioni amministrative di Roma”.