Rifiuti: è un mare in piena quello che sta sommergendo Viterbo. Firmata infatti dal presidente Zingaretti un’altra ordinanza con cui si proroga l’arrivo dell’immondizia, oltre che di Roma, anche di Latina e Frosinone, rispettivamente 100 e 200 tonnellate al giorno, fino al 31 luglio. Come si ricorderà, la precedente ordinanza indicava, come termine ultimo per i conferimenti dal Basso Lazio, il 30 giugno. E invece no. Si va avanti ad oltranza, quasi sicuramente per tutta l’estate, con ordinanze che di volta in volta saranno prorogate.
Una situazione drammatica, a cui va riconosciuto però il merito di far emergere tutte le contraddizioni della politica viterbese. Contraddizioni magistralmente rappresentate da Giulio Marini, che da una parte sta al Governo della Provincia con il centrosinistra della Regione, occupandosi proprio di ambiente, e dall’altra attacca Zingaretti tramite i comunicati stampa. Uomo di lotta e di Governo, l’ex sindaco, nota Fratelli d’Italia: “Lui con il Pd che governa la Regione ci condivide l’esperienza in Provincia. La delega all’ambiente gli è stata conferita dal presidente espressione di quel Pd di cui sopra. Il ruolo di consigliere di lotta e di governo mal si addice all’amico Marini. Farebbe bene a dimettersi e a porre politicamente alla sua, speriamo presto, ex-maggioranza la questione che oggi pone ai viterbesi quasi cadendo dal pero. Noi, coerentemente, da questa alleanza di palazzo ci siamo tenuti alla larga e ribadiamo il nostro no ai rifiuti romani a Viterbo”.
Marini poco prima aveva diffuso una nota in cui parlava di “ennesima vergogna, ulteriore atto di arroganza, che dimostra tutta l’incapacità del governatore e del suo assessore Massimiliano Valeriani. Viterbo dice basta: non accetteremo silenti questa folle imposizione e spiegheremo, con i dati, che i nostri impianti non sono in grado di accogliere ancora i rifiuti romani. Il sindaco Arena, del resto, lo ha già detto a chiare lettere, ma a Roma fanno finta di non sentire. E stupisce che il segretario regionale del Pd, Bruno Astorre, anziché far sentire la sua voce per tutelare tutte le province, e dunque anche la Tuscia, si comporti come un lacchè qualunque, applaudendo la scellerata decisione di Zingaretti, che scarica tutte le colpe sul sindaco della capitale. Le responsabilità del fallimento della gestione dei rifiuti romani vanno divise tra tutti gli attori della vicenda e la Regione non ha certo un ruolo da comprimario: Zingaretti ha confermato, una volta di più, di non saper governare, di non essere capace di risolvere un problema. Si dimetta subito, prima che sia costretto a farlo per la vicenda delle false giustificazioni per le assenze in Consiglio regionale”.
Insomma a che gioco gioca Giulio Marini? Da una parte, nei fatti, governa con gli amici di Zingaretti e dell’altra, a parole, attacca lo stesso Zingaretti. Ovviamente, non gli crede più nessuno. E con lui a che gioco gioca il presidente della Provincia Pietro Nocchi? Come può tollerare che un suo assessore (Marini, appunto) sputi tanto veleno addosso a Zingaretti? Una contraddizione, anche questa, che fa notare il consigliere provinciale Fabio Valentini: “Ho appreso delle esternazioni fatte dal consigliere provinciale Giulio Marini nelle quali chiede le dimissioni del presidente della Regione. A prescindere dal merito della questione, mi ha incuriosito e stupito allo stesso tempo questo atteggiamento, dato che Marini, forse se ne è dimenticato, riveste il ruolo di assessore nella larga giunta della Provincia nominata dal presidente Nocchi. Nella foga il consigliere non ha risparmiato colpi neanche all’assessore regionale Valeriani e al segretario del Pd regionale Astorre. Da queste uscite, che denotano quindi una palese dissociazione dalle linee del presidente Nocchi, appartenente al Pd e tra l’altro spiccatamente zingarettiano, in un regime di coerenza politica ed in assenza di sdoppiamenti della personalità, mi aspetterei le dimissioni di Marini e quindi la rinuncia alle deleghe. Se così non dovesse accadere, ovviamente, per le stesse motivazioni, attenderò spiegazioni ed una presa di posizione da parte del presidente Nocchi, nel rispetto del sostegno pieno che ha sempre dato al Presidente Zingaretti e per non continuare a deludere gli elettori, ormai relegati dal Pd provinciale e da Forza Italia a sudditi di Roma”.