E adesso si scopre che la discarica di Viterbo, contrariamente a quanto detto finora dal sindaco Arena, è in via di esaurimento. Ciò significa che la Tuscia, per lo smaltimento dei rifiuti in proprio, avrà un’autonomia di altri due, massimo tre anni. Nulla a che vedere con le rassicurazioni fornite dal primo cittadino in questi mesi.
La bomba è esplosa durante il Consiglio comunale di stamattina, allorché la consigliera Luisa Ciambella ha prodotto una determina del 30 maggio con la quale la Regione intima a Latina (i cui rifiuti al momento stanno arrivando proprio nella nostra città) di trovare soluzioni alternative entro due mesi, posto che né Viterbo, né Civitavecchia potranno continuare a farsi carico dell’immondizia altrui. In particolare, come confermato dalla dirigente del ciclo rifiuti della Regione Wanda d’Ercole sui giornali romani, Monterazzano potrà accogliere d’ora in avanti al massimo altre 165 mila metri cubi di immondizia, sono 3 mila invece quelle che riguardano Civitavecchia. E si badi bene: nei 165 mila metri cubi di Monterazzano è compreso anche l’innalzamento contro il quale prende un ricorso al Tar.
Al netto dei tecnicismi, tutto ciò significa che Viterbo e la Tuscia (dove peraltro da fine mese e per 15 giorni torneranno ad arrivare anche i rifiuti di Roma in attesa che la capitale formalizzi contratti con realtà di altre regioni) rischiano entro pochissimo tempo di dover andare a smaltire fuori provincia con tutto quello che ciò comporta in fatto di costi e quindi di Tari.
Alla faccia delle rassicurazioni del sindaco, è proprio il caso di dire che ci ritroviamo cornuti e mazziati. Costretti in futuro a pagare di più per aver accolto i rifiuti provenienti da tutto il Lazio.