La Commissione europea ha deciso oggi di deferire l’Italia alla Corte di giustizia per il mancato rispetto dei requisiti della direttiva sull’acqua potabile, in particolare perché in alcune zone del Lazio, ovvero in provincia di Viterbo, i livelli di arsenico e di fluoro nell’acqua potabile hanno superato da tempo i valori parametrici stabiliti. Questo superamento può danneggiare la salute umana, in particolare quella dei bambini, rende noto la Commissione.
La direttiva impone agli Stati membri di garantire che l’acqua destinata al consumo umano sia sana e pulita e richiede che l’acqua potabile sia libera da microrganismi e parassiti, e da sostanze che potrebbero rappresentare un potenziale pericolo per la salute umana. L’European Green Deal fissa per l’Ue un’ambizione di inquinamento zero. La piena attuazione delle norme sancite dalla legislazione dell’Ue è importante per proteggere efficacemente la salute umana e salvaguardare l’ambiente naturale.
Sei le aree, fa notare la Commissione europea, che continuano a superare i livelli sicuri di arsenico nell’acqua potabile: Bagnoregio, Civitella d’Agliano, Fabrica di Roma, Farnese, Ronciglione e Tuscania. Le zone di Bagnoregio e Fabrica di Roma hanno superato anche i livelli sicuri di fluoro.
“Sebbene la Commissione – si legge in una nota – si compiaccia del fatto che l’Italia abbia adottato misure per vietare o limitare l’approvvigionamento idrico nelle zone interessate e abbia informato i consumatori della situazione, sei zone di approvvigionamento idrico non sono ancora pienamente conformi alla direttiva. Quindi, l’esecutivo europeo deferisce l’Italia alla Corte di giustizia”.