Mentre il presidente del Consiglio, Mario Draghi, annuncia la volontà del Governo di introdurre l’obbligo vaccinale per chi cura i malati, è destinato a sollevare un polverone il contagio di 27 anziani su 36 ospitati in una casa di riposo a Fiano Romano, a pochi chilometri dalla provincia di Viterbo. Ad introdurre il virus all’interno della struttura è stato infatti un operatore socio-sanitario che nelle settimane scorse aveva rifiutato di vaccinarsi, così come atri colleghi, per paura delle presunte conseguenze negative che il farmaco avrebbe potuto comportare. Oltre ai 27 anziani, di cui ricoverati, ci sono anche due contagi tra il personale. I positivi complessivamente sono 30.
“Sono in corso le valutazioni dei medici della Asl, delle persone contagiate solo due necessitano di ricovero”, ha detto alle agenzie il responsabile della struttura, Roberto Agresti. Che ha spiegato: “Quando è venuta la Asl per la prima dose anche io ho fatto il vaccino proprio per dare l’esempio. Credo che chi fa l’operatore socio-sanitario, l’infermiere o opera in questi contesti dovrebbe proteggere se stesso ma anche gli altri. Spero che il presidente Draghi faccia questo decreto al più presto. Anzi, secondo me, andava fatto prima. Quello che è successo qui da me sarebbe stato molto più contenuto”.
Circa i dipendenti della struttura che hanno rifiutato la prima dose di vaccino il responsabile ha aggiunto: “Gli operatori qui lavorano tanto, non posso dire nulla contro di loro e ora sono molto dispiaciuti per l’accaduto. Abbiamo nuovamente sensibilizzato tutti a vaccinarsi e qualcuno nel frattempo lo ha fatto, ma quando sarà finita questa cosa, qui dovranno esserci solo operatori vaccinati”. Agresti non nasconde tutta la sua amarezza per l’accaduto: “Sono in prima linea e sono cinque giorni che non vado a casa per paura di contagiare la mia famiglia e anche per non abbandonare i miei anziani, che ormai per me sono come i miei nonni. Io non abbandono la nave”. E infine: “C’è anche una responsabilità della stampa: viene dato tanto risalto alle persone che sono morte dopo aver fatto il vaccino e poco ai 400 morti ogni giorno per Covid”.
Da sottolineare che l’operatore socio-assistenziale che ha portato il virus nella casa di riposo non è un infermiere, ma un semplice assistente. Lo sottolinea l’Ordine degli infermieri: “La notizia secondo cui ad infettare gli ospiti sarebbero stati infermieri no vax è destituita di ogni fondamento”, ha affermato il presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche di Roma, Maurizio Zega. Con incredibile superficialità alcuni titoli di stampa hanno gettato un ingiusto discredito sull’intera categoria professionale. In realtà si trattava di un dipendente che aveva rifiutato il vaccino e questi non era un infermiere, ma un operatore socio sanitario. E l’infermiere dirigente della struttura non aveva e non ha, nella legislazione vigente, alcun mezzo per imporre ai propri dipendenti l’obbligo del vaccino: ha potuto soltanto invitare ripetutamente a vaccinarsi. Sarebbe ora che il mondo della informazione prendesse finalmente atto che gli infermieri sono dei professionisti laureati con responsabilità loro proprie, e proprio per questo esiste un loro ordine professionale; l’infermieristica è una professione scientifica, il nostro agire è determinato dalla evidenza scientifica. Non siamo un ruolo tecnico di supporto, lo si vuol capire o no? Quanto alle vaccinazioni – conclude Zega – è proprio di questi giorni un nostro sollecito alla Regione Lazio perché centinaia di colleghi che operano in strutture private o liberi professionisti non sono stati ancora vaccinati”.