“Finanziamenti per asili nido, scuole dell’infanzia e centri polifunzionali, un’opportunità da non perdere”, secondo Paola Bugiotti, dirigente del “Paolo Savi” e responsabile provinciale del dipartimento scuola, Lega Viterbo.
Un avviso pubblico al riguardo è stato pubblicato con decreto del 22 marzo del ministero dell’interno e del ministero dell’istruzione. E’ destinato ai Comuni e prevede il finanziamento di interventi relativi a progetti di costruzione, ristrutturazione, messa in sicurezza e riqualificazione di asili nido, scuole dell’infanzia e centri polifunzionali per i servizi alla famiglia e progetti volti alla riconversione di spazi delle scuole dell’infanzia attualmente inutilizzati o progetti innovativi finalizzati all’attivazione di servizi integrativi che concorrano all’educazione dei bambini. La scadenza per presentare la domanda di partecipazione è il 21 maggio e sono previsti fino a tre milioni di euro per ciascun progetto”.
“Ritengo che il Comune di Viterbo – dice Bugiotti – non possa perdere un’occasione che consentirebbe di riqualificare o portare a compimento questo tipo di strutture, che ospitano una fascia di età che necessita di una grande varietà e diversificazione degli spazi, in modo che questi possano garantire sicurezza, benessere e fornire una molteplicità di stimoli educativi alle bambine e ai bambini. Si potrebbe inoltre andare a soddisfare i bisogni delle famiglie, in modo flessibile e diversificato sotto il profilo strutturale ed organizzativo. Penso ad esempio alla possibilità di realizzare concretamente quello che chiamiamo ‘sistema 0-6’, cioè dei poli educativi di raccordo tra asili nido e scuole dell’infanzia, che possano lavorare in continuità, attuando un sistema integrato di educazione ed istruzione da 0 a 6 anni. Realtà che in Europa esistono, ma che in Italia, tranne pochi esempi virtuosi, sono previsti dalle norme ordinamentali della scuola, ma ancora lontani dall’essere realizzati. Sarebbe altamente qualificante per la città di Viterbo essere da esempio in questo senso e concretizzare una rete di servizi educativi per l’infanzia che potrebbero cambiare la vita a molti bambini e alle loro famiglie. Sarebbe anche un modo per guardare oltre il Covid, oltre la pandemia, per tornare a sperare, a guardare il futuro e a ricostruire, partendo da qui, dai più piccoli, dall’infanzia e dalla famiglia”.