Diversamente da quanto si potesse pensare, il nuovo manager di Talete, Salvatore Genova, a Viterbo non è uno sconosciuto. Negli ambienti politici “che contano” lo conoscono eccome. E’ stato infatti perito di parte nel processo al dirigente del settore ambiente del Comune di Viterbo, Ernesto dello Vicario (vicino a Forza Italia, ovvero a Giulio Marini), finito alla sbarra per non aver rescisso il contratto con Viterbo Ambiente nonostante le sanzioni e il servizio non adeguato. Chiamato dalla difesa, rappresentata dall’avvocato Giovanni Labate, ha avuto un ruolo determinante nello smontare le accuse al dirigente (nel frattempo passato in Provincia durante l’epoca Michelini). Al processo sostenne infatti che Dello Vicario “aveva sempre rispettato l’iter previsto dalla legge”, specificando che “il ruolo apicale spetta al dec e al rup, non al dirigente”. In altri termini, “Dello Vicario aveva il compito di predisporre gli atti secondo quanto disposto dalle altre due figure in raccordo tra loro”. Motivo per cui andava assolto.
Ma non solo: si apprende anche che Salvatore Genova – che, lo ricordiamo, finora non si è mai occupato di acqua, ma solo di rifiuti – ha ottenuto nel tempo vari incarichi dalla Provincia di Roma con Zingaretti presidente e un anno fa ha avuto anche un’incarico dall’assessorato regionale ai rifiuti, il cui dirigente, come ben si sa, è l’attuale vicesindaco di Vetralla, Flaminia Tosini, in odore di candidatura a sindaco quando si tornerà a votare la prossima volta.
Ingegnere senz’altro di spessore, a giudicare dal curriculum, Genova sembra aver potuto contare su un assenso trasversale Pd-Forza Italia, confermando le teorie, mai smentite, che la scelta del nuovo manager di Talete è avvenuta in una partita a tre giocata tra Marini/Battistoni e Panunzi. Ecco spiegato perché non è stato mai emanato un bando pubblico, nonostante avessero detto che sarebbe stata quella la strada seguita.