Secondo il recente rapporto INAIL appena presentato, i contagi da coronavirus sul luogo di lavoro a livello nazionale hanno ormai superato la soglia dei 131.000 casi. In questo scenario il Lazio con 7.381 casi rappresenta il 5,6% % dei casi sul totale. La provincia di Roma con 5.836 casi, per un’incidenza del 80% sul dato regionale, è decisamente la maglia nera.
A Viterbo e provincia si registrano 316 casi, di cui 195 donne e 121 casi sono uomini, che descrivono un’incidenza del 4,3% sul totale regionale
Una lettura del report, e del suo trend crescente, la forniscono gli esperti legali che osservano come nel rapporto azienda e lavoratore in materia di Covid vi sia un aspetto di criticità nel rapporto con le ATS, Agenzia di Tutela della Salute: “L’impasse – spiega l’avv. Irene Pudda di Rödl & Partner, esperta in privacy & labour compliance – è dovuta al fatto che il datore di lavoro non è autorizzato a comunicare ai colleghi il nominativo di un dipendente risultato positivo. L’azienda è tenuta a fornire all’ATS le informazioni necessarie perché quest’ultima possa assolvere ai compiti previsti dalla normativa emergenziale e, contemporaneamente, ha facoltà di domandare ai possibili contatti stretti di lasciare cautelativamente i locali aziendali, ma è l’ATS che ha la potestà di contattare i lavoratori per poi applicare le opportune misure di quarantena.”
Il rischio, così facendo, è che le aziende lascino operativi interi reparti o uffici con il pericolo di diffusione del virus, non solo tra i dipendenti che sono stati a contatto diretto con il soggetto contagiato, ma anche tra i loro famigliari e i conoscenti.
“Tuttavia non si può fare diversamente – chiarisce l’avv. Pudda di Rödl & Partner – La procedura è volta a tutelare la privacy del lavoratore risultato positivo al coronavirus. Certo, come è facile immaginare, procedere alla disinfezione della postazione di lavoro, delle attrezzature utilizzate e degli spazi comuni frequentati dal dipendente, domandare ai possibili contatti stretti di lasciare cautelativamente i locali aziendali, nonché isolare o chiudere gli uffici in cui il dipendente ha lavorato garantendone allo stesso tempo la totale riservatezza è di difficile applicazione.”
Nel dettaglio della rilevazione dell’INAIL in Lazio le denunce di infortunio causa Covid-19 sono per il 79,4% dei casi localizzate nella provincia di Roma con 5,863 infortuni, seguita da Latina con 487 casi (6,6%), Frosinone con 471 (6,4%), Viterbo con 316 casi (4,3%) e infine Rieti con 244 casi (3,3%)
FONTE: https://www.inail.it/cs/internet/docs/alg-lazio-scheda-regionale-covid-31-dicembre-2020.pdf