Pubblichiamo una lettera aperta che l’ex consigliera comunale Daniela Bizzarri ha scritto al prefetto Giovanni Bruno.
Intendo metterla al corrente di quanto accadutomi della giornata del 23 dicembre. Un riepilogo: per circa due mesi sono stata sempre accanto ad una zia, Iole Berni, che, oltre ad abitare vicino a me, vive sola, perché i figli abitano in Sicilia. Purtroppo le è stato riscontrato un carcinoma maligno alla lingua e ai linfonodi sottostanti la gola.
E’ stata operata urgentemente dal dottor Claudio Viti e assistita da tutto lo staff di otorino, che non finiremo mai di ringraziare per la competenza, la delicatezza, ma soprattutto la gentilezza. Finiti il decorso post operatorio e la convalescenza, doveva iniziare la radioterapia e la chemioterapica. Giustamente i figli se la sono portata in Sicilia per assisterla nel percorso di terapie che i medici avevano definito molto invasive. Pertanto, hanno lasciato a me la delega per ritirare la cartella clinica, necessaria per iniziare la cura a Catania. Nonostante le varie telefonate e i solleciti ci è voluto un mese preciso prima di essere chiamata a ritirarla. E qui è iniziato il mio percorso durato circa 3 ore. In effetti, mia zia non aveva compilato in modo preciso la delega, però c’erano il mio nome è soprattutto la sua firma, e io ho provveduto al mio riconoscimento con un documento. Le addette, dopo un consulto, mi hanno negato il ritiro in quanto la procedura seguita non era corretta: mancava il documento della zia. Ovviamente, ho insistito spiegando la gravità del caso, ho detto che mi sarei fatto mandare il documento tramite whatsapp, ma tutto è scivolato nell’indifferenza. Ho allora contattato il dottor Claudio Viti, il quale mi ha detto che avrebbe immediatamente fatto scendere un medico del suo staff, perché era veramente un caso grave. E’ pertanto venuto in mio soccorso il dottor Delio Fagotto, il quale ha nuovamente spiegato il motivo dell’urgenza, dicendo che avrebbe firmato anche lui prendendosi la responsabilità. Sempre dopo un’altra consultazione, anche a lui è stato rifiutato il ritiro. Fagotto, non credendo a quello che stava accadendo, ha chiesto di poter parlare con un responsabile. E dopo una lunga attesa è sceso addirittura il direttore sanitario, dottoressa Antonella Proietti, che ha rassicurato il medico e rivolgendosi a me e riconoscendomi ha precisato che avrebbe risolto il problema. Ma è stato qui che la politica si è inserita in una cosa così grave, delicata e indispensabile. Facendo un’associazione di nomi, sono risultata persona non gradita e in un delirio di onnipotenza la direttrice sanitaria ha dichiarato che era necessario seguire la procedura.
Non si stupisca eccellenza, sì, è accaduto proprio questo. Credo che quando la politica ha il “pelo sullo stomaco”, anteponendo il bene comune, il benessere dei cittadini, a mere ideologie o diatribe, hanno ragione le persone che perdono la fiducia nei valori che dovrebbero avere verso chi amministra a vario titolo la cosa pubblica. Mentre stavo andando via mi ha chiamato il dottor Viti, il quale era stato contattato dalla dottoressa Cassano della direzione sanitaria chiedendo che se il whatsapp fosse mandato a lui: si sarebbe così provveduto a farmi ritirare la cartella clinica.
Ancora una volta lo ho ringraziato infinitamente, ma se era necessario seguire la procedura, questo sarebbe stato fatto. Nel frattempo, avevo chiamato i miei cugini in Sicilia, invitandoli a mandarmi per e-mail delega scritta e firmata in modo corretto e copia del documento. Nel pomeriggio ho provveduto a stampare il tutto è a procedere finalmente al ritiro della cartella clinica. Ovviamente i miei cugini si sono riproposti di adire le vie legali, se tali e tanti ritardi pregiudicheranno in qualche modo la guarigione della gravissima patologia della madre.
In ultimo, eccellenza, mi è stato riferito che circolano voci insistenti che ci sarebbero persone che a Belcolle, per anticipare la chemioterapia dei propri cari, devono rivolgersi alla politica. Io non ho voluto crederci fino ad oggi, in realtà, visto come sono stata trattata di fronte ad una cosa di estrema gravità, mi sembra una voce plausibile, e spero che qualcuno se ne possa accertare. E pensare che dovevo ritirare solo una cartella clinica, non oso immaginare il comportamento in situazioni più gravi.
Grazie eccellenza e nell’occasione porgo deferenti ossequi.
Daniela Bizzarri