Inadeguata, portatrice di battaglie strumentali, fuori dalla linea politica del partito. Per questo irrisa e aggredita: chi non ricorda le volgari invettive del consigliere Serra da cui ha preso le distanze anche la maggioranza?
Per anni contro Luisa Ciambella, consigliera del Pd impegnata nella battaglia per i diritti dei cittadini contro Talete, i suoi colleghi di opposizione (Barelli, Serra e Ricci) hanno fatto di tutto. Dovevano sminuirla, isolarla, delegittimarla: questo è stato il piano del Pd panunziano e dei suoi sodali civici. Chi può dimenticare gli interventi velenosi di Barelli, che parlava di Taletopoli, di un gioco cioè di società privo di qualsiasi fondamento da parte di Luisa Ciambella? Chi può dimenticare i sostegni acritici di questi personaggi agli aumenti delle tariffe idriche? O le lodi fatte dagli stessi ai piani industriali inesistenti e le dichiarazioni entusiastiche su finanziamenti mai giunti o negati?
Ed ora tutti questi personaggi (vedi Barelli) improvvisamente, con la complicità della solita stampa megafono del regime, che ha concorso essa stessa ad oscurare le battaglie sulla verità per compiacere i manovratori, con triplo salto mortale carpiato e senza imbarazzo, ribaltano la posizione tenuta per anni, confidando sulla memoria corta dei viterbesi, sull’impunità morale e non solo dei loro comportamenti, sulla protezione da parte dei loro sempre meno potenti amici, sperando sul sostegno omissivo dell’alleanza trasversale destra-sinistra che sovraintende la nostra provincia. Ma i viterbesi non sono fessi, non portano l’anello al naso, li conoscono e sanno che le bugie hanno le gambe corte e li faranno coprire dalla vergogna.
Siamo in una Tuscia angosciata ed impaurita dalla pandemia e dall’emergenza sociale ed economica che non sopporta più questa politica e questi politicanti che, con estrema leggerezza, passano dal tutto va bene ai libri in tribunale per Talete. Chi non ha visto la mala gestione, chi ha ignorato la decozione di Talete, chi ha omissivamente impedito i controlli ed ignorato le denunce della Ciambella, chi ha consentito gli aumenti tariffari e con i silenzi avallato gli sperperi non può sentirsi assolto: è lo stesso coinvolto per la sua colposa ed accomodante irresponsabilità.
Ma davvero si può permettere che un bene come l’acqua possa essere stato oltraggiato da mala gestione? Come si può nel terzo millennio convivere con l’arsenico? Come si possono tollerare le spese inverosimili per i dearsenificatori frutto della mancata volontà di risolvere il problema alla radice (chissà perché)? In una provincia che tra radon, pesticidi ed arsenico rende la salute un bene a rischio, bisogna cambiare passo, voltare pagina, archiviare ed avviare finalmente la politica del bene comune. Per questo, avvicinandosi la fine dell’anno, interpretando il pensiero dei viterbesi, chiediamo a gran voce: libera nos domine!”.