Da Bengasi Battisti e Fabio Valentini (lista “Per i beni comuni”) riceviamo e pubblichiamo
Le nostre richieste disperate, le proteste continue, gli appelli inascoltati da quella partitocrazia che si nutre della mercificazione dei beni comuni, i silenzi di alcune istituzioni, le colpevoli distrazioni del presidente della Provincia e della Regione. Tutto questo mentre donne e uomini coraggiosi, comitati per i beni comuni, associazioni di categoria, alcuni sindacati sollecitavano e denunciavano l’insostenibilità della gestione reclamando l’applicazione della volontà popolare affinché anche nel Viterbese l’acqua da merce tornasse a essere diritto. Alla luce delle ultime notizie relative a un primo e corposo danno erariale di sei milioni al presidente Nocchi, “governatore delle acque del Viterbese”, chiediamo di convocare l’assemblea dei sindaci per chiarire la vicenda e aprire una nuova fase di gestione fondata sulla ripubblicizzazione, per chiudere la fallimentare esperienza Talete e aprire la nuova fase di gestione pubblica, partecipata e fondata su piccoli bacini idrici. Lo chiedono i cittadini esausti di pagare le inefficienze, lo chiede la giustizia perché l’acqua è un diritto e non un privilegio.