A livello nazionale e regionale cala il numero dei positivi e il contagio frena. Anche in provincia di Viterbo. Apparentemente, però. Nella Tuscia infatti – e bisogna per forza chiedersi il perché – la situazione sembra che continui ad essere più grave di quella del resto del Lazio e di tante altre zone d’Italia. Lo dimostra il rapporto tra i nuovi positivi accertati in un determinato giorno e i tamponi eseguiti nello stesso giorno. Si tratta di un valore che statisticamente, per misurare l’andamento della pandemia, viene preso molto in considerazione anche dall’Istituto superiore di sanità.
Secondo i dati resi noti dalla Asl questo rapporto alle nostre latitudini e stato nelle ultime 24 ore di 17,71 (254 tamponi a fronte di 45 positivi), mentre nel Lazio (20 mila temponi a fronte di 1589 positivi) è stato del 7,94. In Italia invece (130.524 tamponi e 16.377 positivi) risulta del 12,5.
Qualcosa non torna. Esattamente come quando, nelle settimane scorse, si registravano 200 o 220 e passa positivi – troppi per una provincia di 300 mila abitanti, tanto da portare il Viterbese ad essere una delle zone più contagiate del Paese – c’è qualcosa, anzi più di qualcosa, che non va.
Da che dipendono questi numeri. Cosa non ha funzionato o non funziona? Se nelle ultime 24 ore fossero stati fatti tra gli 800 e i 900 tamponi come tre settimane fa, avremmo avuto di nuovo più di 200 positivi in un giorno?