Perché il Comune di Viterbo non ha chiesto nessuna opera di compensazione alla società che deve realizzare i due impianti fotovoltaici al Rinaldone (73,3 ettari per 44,7 megawatt, autorizzato dalla Regione il 25 settembre) e in località Petrignella (25 ettari per 17,25 megawatt, autorizzato dalla Regione il 12 novembre)? Perché i cittadini viterbesi, contrariamente a quanto accade in tutti gli altri comuni della provincia interessati da progetti simili, non dovrebbero ottenere nessun beneficio a fronte della servitù che grava sulla città?
Se lo chiede, e lo ha chiesto in Consiglio comunale, la consigliere del Pd Luisa Ciambella, che adesso, a fronte della colpevole inerzia dell’amministrazione Arena, potrebbe presentare un esposto alla Corte dei conti.
“Mentre tutti gli altri comuni della provincia – ha detto la Ciambella – ottengono opere utili alla collettività in cambio dei permessi rilasciati, Viterbo sembra disinteressarsi del problema. E infatti quando recentemente è stato chiamato in Conferenza dei servizi a esprimere il proprio parere sui due progetti non si è presentato e non ha neanche messo nero su bianco le misure compensative a carico dei proponenti, affidandosi in questo modo alle buone intenzioni degli stessi”.
Va detto che ora gli stessi proponenti, pur non essendo vincolati da nessun atto ufficiale, hanno detto di voler compensare il Comune con 2 mila euro l’anno a megawatt. Ma è poco, troppo poco, se si considera che Tessennano e Montalto di Castro, gravati da servitù simili, portano a casa rispettivamente 12 e 20 mila euro per megawatt. Questi due Comuni, però, come ha sottolineato la Ciambella, “hanno fatto le guerre legali nelle Conferenze dei servizi. Viterbo no”.
“Sulla base di tutte queste cose – ha annunciato la Ciambella – valuteremo il da farsi. Perché il Comune non ha preso parte alle Conferenze dei servizi? Mi chiedo se non sia ravvisabile un danno erariale”.