Giorgia è una ragazza disperata perché non riesce a vedere la madre da circa un mese. Della donna, ricoverata all’ospedale di Belcolle, riceve notizie con il contagocce. Nessuno, sostiene, la informa in tempo sul suo stato di salute. Ecco il suo sfogo tramite una lettera aperta agli organi di informazione della città. Con un’avvertenza: questa redazione, in attesa di chiarimenti da parte dell’azienda ospedaliera e della Asl, si è sentita in dovere di “censurare” le affermazioni più pesanti. Non perché poco verosimili, ma per evitare di sparare nel mucchio all’indirizzo di tutti gli operatori sanitari.
“Mia madre – scrive Giorgia – è stata ricoverata il 1° novembre in seguito a un ictus ischemico. Nulla a che vedere con il Covid. Dopo circa una settimana è risultata positiva, contagiata in reparto, dal momento che le mascherine prima di essere cambiate avevano una durata di tre/quattro giorni. Successivamente, è stata trasferita al nono piano, reparto Covid, dove praticamente è stata abbandonata a se stessa: i medici passavano di rida, le terapie e la fisioterapia non venivano effettuate regolarmente. Spesso è stata lasciata con il pannolino sporco. Dopo l’intervento in ospedale di mio fratello, che ha fatto pressione, finalmente la situazione è un po’ migliorata. Tuttavia, le è uscita una piaga da decubito, sono 25 giorni che è in ospedale e parlare con i medici è sempre un problema: al telefono non risponde nessuno e si fanno sentire solo dopo giorni. Voglio che si sappia la situazione in cui versa mia madre e molti come lei. Questa notte ha avuto un altro ictus, più forte, abbiamo sospettato fosse successo qualcosa solo perché non rispondeva più ai messaggi. Facendo pressione, abbiamo saputo che è svenuta molto spesso”.
Una testimonianza aberrante, se confermata, quella di Giorgia e della sua famiglia, che, oltre ad essere distanti dalla propria mamma, sono costretti a subire un trattamento molto, ma molto poco umano.