Il caso Talete infuoca la seconda commissione consiliare a Palazzo dei Priori proprio mentre scadono in questi giorni le fatture del terzo trimestre 2020, recapitate, come lamentano migliaia di cittadini da tutta la provincia, con cifre da capogiro in virtù degli aumenti decisi alla fine dell’anno scorso con l’assenso dello stesso Comune di Viterbo.
Serve più trasparenza, questo il nocciolo del ragionamento, e soprattutto, da parte dei sindaci – a cominciare da Arena, che finora, nonostante le sollecitazioni non ha brillato per decisionismo ed efficientismo – è necessaria un’azione di controllo più incisiva e puntale.
La seconda commissione (convocata per discutere del bilancio consolidato) è quella che si occupa delle partecipate, rispetto alle quali il Comune deve esercitare il cosiddetto controllo analogo. Non risulta che finora sia stato fatto o quantomeno, se è stato fatto, il lavoro svolto lascia molto a desiderare. A chiedere delucidazioni sul controllo analogo è stata, durante i lavori della commissione, Luisa Ciambella, a cui ha risposto Contardo: “Sì, è vero: al Comune di Viterbo, così come a tutti gli altri sindaci soci, spetta controllare. Lo hanno chiarito e ribadito anche i revisori dei conti” (dunque, perché non l’hanno fatto?, ndr).
La Ciambella ha sollevato anche un altro problema: “L’assemblea della società qualche giorno fa è stata rimandata per mancanza del numero legale. All’ordine del giorno figurava un’ulteriore maggiorazione delle tariffe. Vorrei sapere se i sindaci, con la loro assenza, hanno voluto magari manifestare la propria contrarietà verso questi nuovi rincari”. Quindi, un durissimo affondo: “Il sindaco e la maggioranza sembrano reticenti e prima o poi dovranno spiegarci perché”. Come si ricorderà, l’ex vice sindaca, nei giorni scorsi, aveva sollevato il problema dell’acquisto di pc e tablet per 90 mila euro, una spesa del tutto ingiustificata visti i debiti che gravano sul bilancio della società.
Critiche sono arrivate anche dal consigliere del M5S, Massimo Erbetti. Sotto accusa i conguagli che stanno mandando di traverso questo periodo prenatalizio a centinaia di famiglie: “Il servizio idrico deve tornare a essere pubblico. Nell’assemblea saltata si doveva parlare del mutuo perequativo per migliorare la situazione finanziaria, mutuo di cui non c’è notizia. E dire che un anno fa l’amministratore delegato Bossola ci aveva detto che senza quel prestito Talete sarebbe fallita” (non solo: Bossola aveva anche detto che gli aumenti sarebbero stati applicati solo se fosse stato concesso il finanziamento e invece, come si vede, non è stato così, ndr).
Di fatto, da allora è passato un anno: le bollette sono state aumentate, ma i soldi per risanare il bilancio non sono arrivati. E i viterbesi pagano.