Da ottobre presso l’unità di Ostetricia e ginecologia dell’ospedale Belcolle sono 10 le donne che hanno partorito avendo in corso una infezione da Sars-CoV2. Nel periodo marzo – maggio, invece, i casi Covid in gravidanza gestiti nel reparto viterbese avevano interessato una sola donna risultata sintomatica e trattata tramite parto cesareo programmato, poiché già cesarizzata nella gravidanza precedente.
“Questa diversa incidenza del fenomeno – dice la Asl – ha determinato una rimodulazione dei percorsi e permesso alla équipe ostetrico ginecologica di Belcolle di sviluppare maggiore esperienza nella assistenza al travaglio e al parto delle donne positive al Coronavirus. Alla decima donna che partorisce a Belcolle – spiega Giorgio Nicolanti – possiamo fare alcune considerazioni. In primo luogo 3 donne hanno partorito tramite taglio cesareo e 7 donne spontaneamente. L’incidenza di taglio cesareo è del 30%, del tutto sovrapponibile alla popolazione generale. I parametri dei bimbi alla nascita sono risultati tutti ottimi e, alla verifica del tampone, tutti i bimbi sono risultati negativi. Le donne, ovviamente occupano delle stanze con bagno isolate che consentono sia un controllo delle stesse, sia la permanenza, l’accudimento e l’allattamento del proprio bimbo in un vero e proprio rooming in. Inoltre, il nostro team garantisce al caregiver la presenza nel momento del travaglio e del parto che si prolunga alle 2 ore del post-partum”.
“L’effetto del Covid sulla gravidanza – continua – sembra, nella nostra esperienza, alquanto marginale, e altrettanto marginali sino ad ora si sono rivelati i sintomi assimilabili ad una blanda forma influenzale in 2 casi e del tutto assenti in 8 casi. Solo un bimbo si è positivizzato nel mese successivo alla nascita, seppur del tutto asintomatico. E’ possibile concludere che un reparto di Ostetricia, in un grande ospedale come è Belcolle, deve fornire, in questa nuova fase, uno spazio Covid ed uno spazio Covid Free, come anche la neonatologia, offrendo assistenza e supporto che variano a seconda della eventuale patologia concomitante”.
L’assistenza viene dunque garantita nel presidio viterbese da percorsi diversi con un tipo di assistenza multidisciplinare, non potendo escludere l’evenienza di un travaglio e di un parto di una donna sintomatica o complicata da eventuali sintomi respiratori.
“In conclusione – aggiunge Nicolanti – appare confortante che il COVID non determini grosse problematiche alla mamma, consentendole un travaglio frequentemente regolare, né al bimbo, che nasce con parametri cardio respiratori regolari e quasi sempre negativo al tampone. Queste considerazioni preliminari entrano a far parte di un vasto database dell’Istituto Superiore di Sanità al quale siamo stati chiamati a partecipare che analizza i dati durante lo svolgimento pandemico, aggiustando eventuali istruzioni operative, se necessario. Il quadro del prossimo futuro appare simile a questo già tratteggiato, risultando presenti le donne gravide positive prese in carico nel percorso nascita della Asl di Viterbo. Sarà pertanto possibile nel prossimo futuro affinare ulteriormente le modalità di assistenza e il supporto alla donna in gravidanza positiva al Sars-CoV2”.