“Moro era l’architrave della rigenerazione democratica del sistema italiano, talmente profetico e lungimirante, da non poter essere capito dai suoi amici e dai suoi nemici”.
Intervistato dall’AdnKronos, Giuseppe Fioroni, presidente della Commissione Moro nella scorsa legislatura, non si stupisce per le parole di Henry Kissinger, emerse dagli archivi americani, che, già all’indomani dell’insediamento di Salvador Allende in Cile, parlava di rischi di ‘contagio’ marxista anche in Italia, nel 1970.
“A est, oltrecortina, e a ovest, nelle democrazie occidentali e in Usa, Aldo Moro era considerato un destabilizzatore degli accordi di Yalta”, sottolinea l’ex ministro Fioroni, ricordando l’avversione dell’amministrazione Usa nei confronti del leader della Dc, ucciso il 9 maggio del 1978 dalle Brigate rosse. A questo proposito Fioroni ribadisce come “proprio in quanto elemento di grande disturbo, Moro fu assassinato dai brigatisti, ma ciò fu possibile per una grande ‘omissione’ di soccorso, da parte dei tanti che sarebbero potuti intervenire”.
L’autore del volume ‘Moro, il caso non è chiuso – La verità non detta’ spiega come anche il segretario del Pci, Enrico Berlinguer, fosse finito, per le stesse ragioni di Moro, nel mirino di chi non voleva alcun mutamento dello status quo: “Nel 1975 Berlinguer – ricorda Fioroni – scampò ad un attentato mentre era in visita a Sofia, in Bulgaria, rimasto ferito preferì non farsi curare dai bulgari, ma chiamò proprio Moro che fece arrivare un volo di Stato con cui rientrò precipitosamente in Italia”. “Noi – ricorda Fioroni, riferendosi ai lavori della Commissione Moro – abbiamo trovato verbali del Politburo dell’Urss, dove Boris Ponomarev, responsabile dei rapporti con i partiti comunisti occidentali, critica senza mezzi termini l’eurocomunismo di Berlinguer, parlando di ‘necessità di bloccare il cancro dell’eurocomunismo’”.
Le carte desecretate dell’intelligence Usa vedono in campo Kissinger, pronto a tutto per fermare l’ascesa di Allende in Cile. Fioroni ricorda, parlando del golpe di Pinochet, come a Roma fece scalpore l’attentato nei confronti del leader democristiano cileno, Bernardo Leighton, già pronto a collaborare con Allende, che si era rifugiato in Italia. “Lo scenario – ricorda l’ex senatore della Margherita – era quello dell’operazione ‘Condor’, che vedeva in campo americani e altri servizi per la causa dell’anticomunismo”.