Il centro storico di Viterbo si svuota. E’ un panorama desolante quello che ci si trova di fronte dopo le 18 di pomeriggio. E’ per questo che il sindaco Arena, raccogliendo le preoccupazioni di tanti commercianti, invita comunque la popolazione ad andare in centro, dove, al di là dei bar e dei ristoranti, tanti altri negozi restano aperti fino alle 20. Sembra in effetti un controsenso la presa di posizione del sindaco, che solo 24 ore fa ha firmato un’ordinanza contro gli assembramenti. In realtà, fatto salvo il divieto di assembramento, il Comune, raccolte le preoccupazioni degli esercenti, vuole evitare la desertificazione della zona per cercare di raccogliere il grido di aiuto di tante attività.
“Avevamo sperato e forse anche creduto – dice Arena – che fosse tutto passato. Quest’estate ho visto il centro di Viterbo più bello di sempre, vivo come non mai. Con la gente che aveva voglia di uscire e vivere questa nostra città, dopo aver passato a casa buona parte della primavera. I commercianti, la mattina, avevano di nuovo il piacere e l’entusiasmo di aprire le proprie attività. Da alcune settimane il numero dei contagi è tornato purtroppo a salire. Alcuni locali devono chiudere prima, bar e ristoranti e altre attività di somministrazione al pubblico la sera non possono tenere aperto. La gente sta più tempo in casa. Il centro si svuota. Più volte in questi giorni ho sentito la frase ‘c’è aria di lockdown’. Ma mentre tutto questo accade, in centro, ci sono tanti commercianti che lavorano. Lavorano in sicurezza. Fanno attenzione al rispetto delle disposizioni previste. Lavorano in sicurezza per loro stessi, per i loro dipendenti e per i loro clienti. Andiamo in centro a fare i nostri acquisti, anche quelli del prossimo Natale. Sempre con le dovute accortezze, con mascherina, gel pronto per igienizzarci frequentemente le mani. Manteniamo il giusto distanziamento fisico dalle altre persone. Non lasciamo che si respiri quell’aria di lockdown. Viviamolo il nostro centro storico. Ognuno di noi può dare il proprio contributo”.