Debuttano anche nella Tuscia le mini zone rosse. Aree dove, per evitare gli assembramenti, non sarà consentito sostare di pomeriggio, di sera e nelle ore notturne. Le vie e le piazze interessate dal provvedimento: largo Marconi, piazza della Repubblica, piazza Unità d’Italia, piazza dei Caduti, piazza Martiri d’Ungheria, parco di Valle Faul, via Valle Piatta, nella zona delle scale che conducono alla chiesa di S.Maria della Salute, via san Clemente, nella zona delle scale che conducono a piazza San Lorenzo. La chiusura è disposta tutti i giorni, dalle ore 18 alle ore 24.
“Un provvedimento necessario per evitare la concentrazione di persone in alcuni luoghi in particolare – ha spiegato il sindaco Arena – nonostante i divieti di assembramento vigenti e nonostante le numerose raccomandazioni”. Previste sanzioni per i trasgressori. In caso di inottemperanza sarà applicata la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da € 400,00 a € 1.000,00. In considerazione della continua evoluzione della situazione epidemiologica, il provvedimento ha natura sperimentale e potrà essere sottoposto a modifiche o integrazioni alla luce delle eventuale nuove disposizioni legislative e dell’evoluzione delle necessità legate al contenimento della diffusione del contagio. L’ordinanza è consultabile sul sito istituzionale www.comune.viterbo.it .
per il momento saranno a largo Marconi, nei pressi della Banca d’Italia, e in via San Clemente, ma sembra che Arena non escluda di estendere il provvedimento anche ad altri luoghi dove non è raro incontrare gruppi di giovani.
Il primo Comune ad introdurre questa novità era stato tre giorni fa Tuscania, dove erano state chiuse via della Torretta, via Poggio Barone, via del Turco, piazza Vittorio Veneto, largo Padre Alceste Piergiovanni e largo della Rosa, poiché, aveva spiegato il sindaco Fabio Bartolacci, “nelle ore pomeridiane, serali e notturne si registra la presenza di numerosi adolescenti e ragazzi con situazioni di aggregazione e assembramento e con rischio e fonte di contagio”. “E’ fatto salvo – aveva specificato Bartolacci – l’accesso e il deflusso agli esercizi commerciali legittimamente aperti e alle abitazioni private”.
Si tratta quindi di misure di natura precauzionale tese a prevenire la trasmissione del virus, evitando ogni forma di assembramento nei luoghi pubblici. “I ragazzi – aveva sempre spiegato Bartolacci – hanno bisogno di socializzare, ma noi abbiamo il dovere di fare i controlli e di cercare di evitare che si creino situazioni di pericolo”.