Contagi fuori controllo a Viterbo, con una diffusione aumentata di oltre il 50% negli ultimi dieci giorni.
E’ quanto si evidenzia in uno studio presentato in Consiglio comunale da Luisa Ciambella, realizzato con la collaborazione di medici e professori universitari sulla base dei dati pubblicati quotidianamente dalla Asl.
“Emerge – dice la consigliera – che negli ultimi 10 giorni la diffusione del contagio ha subito un incremento di oltre il 150%. Considerando che Viterbo, in cui vive poco più del 20% della popolazione della provincia, conta oltre il 60 per cento dei contagiati (670 su 1000), significa che l’indice RT (indice di trasmissione) in città ha superato il valore di 2. Ricordo che quando in Italia si registravano 1000 morti al giorno, l’indice di trasmissione, prima delle misure di contenimento, arrivò a 3”.
Il 30% dei casi non è inoltre riconducibile a focolai, il che vuol dire che 30 persone su 100 non sanno dove si sono contagiate. “Ma l’aspetto ancora più preoccupante – nota Ciambella – è che il rapporto tra i pazienti asintomatici e quelli sintomatici è di 1 a 1. Ciò significa che, senza il tracciamento a tappeto degli asintomatici, il rischio che da questi possa essere contratto il contagio è estremamente significativo. Gli asintomatici potevano e dovevano essere tracciati subito con uno screening a tappeto, ma invece non è avvenuto”.
Su questo ragionamento si innesca il problema della gestione delle quarantene scolastiche, sulle quali la Ciambella ha più volte lanciato l’allarme nei giorni scorsi: “Ebbene – dice – oggi, dopo 20 giorni, anche la Asl riconosce che non sono state gestite correttamente. Al momento più di 16 istituti della città e più di 55 classi sono in quarantena. Ho spiegato al sindaco che sono preoccupata da cittadina, da madre e da amministratore. Per questo, credo che sia indispensabile che la Asl potenzi le indagini epidemiologiche per individuare precocemente i pazienti asintomatici. Va quindi potenziato il sistema della rete primaria dei medici di base e dei pediatri di libera scelta, supportandoli dal punto di vista dei dispositivi di sicurezza, nonché dei protocolli, al fine di curare a domicilio il paziente che non ha bisogno della respirazione assistita. Ho chiesto al sindaco di sollecitare un’azione mirata sulla popolazione scolastica al fine di conoscere non solo il numero dei pazienti positivi, ma individuare il link di trasmissione e verificare l’evoluzione dei soggetti posti in quarantena”.
E ancora: “Ho chiesto al sindaco di capire se esiste un protocollo sanitario unico applicato a tutti i pazienti dai loro medici di base. Ho chiesto di verificare come la Asl intenda potenziare il tracciamento per contagio utilizzando i tanti presidi di medici che oggi abbiamo a disposizione. Il Sindaco deve chiedere alla Asl di potenziare lo screening per i soggetti a rischio, da sottoporre a test biomolecolare, con particolare riferimento alle persone fragili e ai diversamente abili. Per ultimo, il sindaco, come massima autorità sanitaria, deve chiedere, al fine di rallentare il contagio, al Servizio di prevenzione della Asl di monitorare la sanità pubblica coordinandosi con l’assessore regionale per arrivare a provvedimenti da porre in essere per la tutela e la prevenzione della salute pubblica. I dati statistici fino ad ora evidenziati devono essere portati a conoscenza dei cittadini per comprendere bene la portata del fenomeno ed è inoltre necessario che questo coordinamento elabori proposte che il sindaco potrà assumere come atti mirati da aggiungere a quelli già adottati a livello nazionale e regionale al solo fine di contenere i contagi”. “Il sindaco – conclude Luisa Ciambella – si è impegnato a rispondere ai quesiti posti e a rappresentare le questioni nei tavoli istituzionali preposti. Attendiamo che eserciti la sua prerogativa di massima autorità sanitaria che la legge gli conferisce”.