Riapertura delle scuole all’insegna del caos. Così denuncia, nel giorno in cui hanno riaperto i battenti tutti gli istituti del capoluogo, la Rete degli studenti medi.
“Mancano informazioni – si legge in una nota -. In molte scuole ancora non sono state pubblicate delle direttive chiare, in altre le direttive ci sono ma decisamente non sono a misura di studente. Mancano rassicurazioni: ancora nessuna spiegazione su come faremo a mantenere il distanziamento nelle aule piccole e negli autobus affollati. Manca unità: ogni istituto sta organizzando la didattica in maniera differente, cosa che inevitabilmente creerà delle disuguaglianze tra le varie scuole. Ma soprattutto manca coinvolgimento. Il coinvolgimento degli studenti, il cui parere non è stato preso in considerazione nonostante essi siano i protagonisti dell’istruzione”.
“Penso che il coinvolgimento di noi studenti – dice Costanza Belardinelli, rappresentante del liceo Ruffini – possa facilitare l’organizzazione e la gestione della vita scolastica. In fondo la scuola siamo noi, e siamo noi che dobbiamo contribuire ad adattarla ai nostri bisogni di studenti, considerando sia lo studio sia la formazione personale di generazioni che andranno a creare la società futura.”
In molte scuole sono state vietate le assemblee d’istituto, fondamentale diritto degli studenti garantito dai decreti delegati del 1974. Questo è inaccettabile. Le scuole dovrebbero offrire agli studenti la possibilità di ideare delle assemblee utili ed efficienti, di proporre modalità alternative per svolgere questi momenti di confronto e di collaborazione di cui abbiamo, in questo momento più che mai, bisogno.
“L’annullamento delle assemblee è immotivato e sbagliato. – dichiara Yuri Quintiliani, rappresentante dell’Iis Colasanti -. Sono stati fatti grandi sacrifici in passato per ottenere questo importante diritto, e annullare un evento così importante che riesce a riunire tutti gli studenti di uno o più istituti non può che contraddirne il diritto stesso.”
La posizione presa dagli istituti che hanno vietato le assemblee rappresenta, secondo la Rete degli studenti medi – “l’ennesimo muro che divide il mondo degli studenti da quello dell’organizzazione scolastica. Muro che ogni giorno ci impegniamo ad abbattere per rendere la scuola un luogo di reale crescita personale e per far sì che gli studenti non siano solo degli spettatori passivi, ma che possano realmente cambiare la realtà in cui vivono tutti i giorni. Ma ci sono molti altri problemi che per gli studenti rappresentano dei veri e propri ostacoli, che sembrano però non interessare al sistema scolastico. Ad esempio la didattica a distanza, che negli scorsi mesi ha causato non poche difficoltà. Questo tipo di lezioni ha infatti fortemente penalizzato coloro che, non avendo a disposizione i mezzi necessari come dispositivi o connessioni internet stabili, non hanno potuto seguire le lezioni, e ha mostrato come il diritto ad un’istruzione realmente gratuita e accessibile a tutti sia un obiettivo per cui è ancora necessario lottare. Ma quello che rappresenta il limite più grande della dad non riguarda solo l’insegnamento delle materie, ma tutto il resto. Tutto ciò che comprende il rapporto umano che si crea tra alunni e professore, che ovviamente non è facile costruire attraverso uno schermo.
“Nel periodo di didattica a distanza ci siamo resi conto di quanto il ruolo dei professori sia da rivedere. Quando il rapporto umano viene a mancare, infatti, va messa in dubbio la loro utilità”, arriva ad affermare Leonardo Coco, rappresentante uscente dell’Iiss Orioli. Con la dad, infatti, secondo la Rete, “viene meno l’aspetto forse più importante della scuola: quello fatto dalle persone, dai rapporti, dalla comunità. Ma se questi sacrifici possono essere giustificati data la situazione di emergenza che ha costretto le scuole ad un’organizzazione tempestiva, non possiamo tollerare che vengano ripetuti anche quest’anno. Esigiamo una didattica in grado di essere realmente formativa, organizzata anche e soprattutto dagli studenti, che sia aperta alle proposte e alle segnalazioni di tutti gli alunni”.
E ancora: “Altro problema che non sembra stia ricevendo l’attenzione che merita è quello dei trasporti. Nonostante le rassicurazioni che arrivano dalla regione riguardo a nuovi fondi per la mobilità, la preoccupazione rimane. Non solo la capienza all’interno dei mezzi pubblici sarà ridotta all’80% di quella usuale (percentuale che difficilmente permetterà di mantenere distanze sicure), ma per tratte inferiori ai 15 minuti la percentuale sale al 100%. Il tema è ancora più rilevante in una provincia dove in alcuni istituti ad essere pendolare è il 97% degli studenti. Preoccupante è anche la risposta di alcune scuole, che prendono in considerazione l’idea di aumentare le lezioni a distanza a discapito di quelle in presenza, considerando le prime una valida alternativa. E’ quindi necessario che le nostre segnalazioni vengano prese in considerazione, e che ci sia disponibilità da parte di chi di competenza per migliorare quello che probabilmente sarà un sistema dei trasporti insufficiente.
Per risolvere questi e gli altri problemi che si presenteranno con la riapertura abbiamo bisogno, sicuramente, di collaborazione tra ragazzi e istituzioni, ma anche di unione tra tutti gli studenti”.
“Se c’è qualcosa che è successo durante questo periodo di crisi, è il continuo inasprimento popolare nei confronti dei giovani: siamo i primi ad essere etichettati come untori nullafacenti – mentre ci tolgono la scuola, il lavoro ormai precario, e quei pochi diritti che ci restano – e gli ultimi ad essere vagamente considerati. Ciò è sintomatico di un’assenza di comunicazione tra studenti e istituzioni che dura da decenni. La didattica a distanza, e l’ignoranza generale riguardo il nostro diritto alla rappresentanza, non faranno altro che peggiorare la nostra condizione”, dichiara Matteo Onofri, rappresentante uscente del liceo Ruffini.
La conclusione: “Abbiamo bisogno di incontrarci per parlare di come stiamo affrontando l’inizio di questo nuovo anno, dei problemi che abbiamo riscontrato e delle ipotetiche soluzioni. Per questo stiamo organizzando nelle scuole delle assemblee che si svolgeranno nella settimana tra il 28 settembre ed il 2 ottobre a cui sono invitati a partecipare tutti gli studenti che vogliono farsi sentire. Che vogliono gridare che l’istruzione non deve essere più lasciata indietro. Che credono che sia arrivato il momento di dare Voce agli studenti”.