In Consiglio comunale si sono accorti che a Viterbo c’è qualcosa che non va. Meglio tardi che mai. Si sono resi conto che la città di notte è in preda a bande di giovani violenti.
Hanno riavvolto il nastro e hanno collegato tutti i fatti di nera capitati da quando si è insediata l’amministrazione Arena. Dagli arresti per la cosiddetta mafia viterbese, di cui il sindaco e i suoi consiglieri e consigliori avevano negato l’evidenza, all’omicidio del commerciante Norveo Fedeli. Dall’aggressione, un anno fa, di un 57enne di Allerona ridotto in fin di vita da due rapinatori in via della Pettinara (proprio stamattina il pm ha chiesto una pena di 10 anni a testa) alla brutale rissa di sabato scorso, quando un diciassettenne – sembra per difendersi, così sostiene – ha accoltellato due ventenni, dei quali il più grave, Davide Randisi, 22 anni, era già noto alle forze dell’ordine. Chissà. Avranno pure ripensato – Marini & C. – allo stupro di Casapound. L’importante comunque è che nelle loro teste sembra essere scattato un campanello di allarme.
Così sembra ascoltando le parole proprio di Giulio Marini, il primo intervenuto in aula stamattina per lanciare l’allarme di una città di notte diversa da quella che appare di giorno, e di tutti gli altri che lo hanno seguito a ruota.
Meglio tardi che mai, certo. Ma invece di farsi troppe domande sul perché di questa spirale di violenza, Marini e sodali dovrebbero interrogarsi su cosa ha mai fatto il Comune per prevenire tutto ciò. La risposta è semplice: nulla. E Marini, che è stato pure sindaco, dovrebbe saperlo bene. Il nulla più assoluto è adesso quello che viene fatto dall’attuale amministrazione. A Viterbo manca tutto, da luoghi di socializzazione degni di questa parola ad iniziative in grado di creare punti di riferimento per le nuove generazioni. Alle quali viene oltretutto offerto l’esempio costante di una classe dirigente solo dedita a coltivare i propri interessi e a litigare.
Per la cronaca, alla fine del dibattito odierno in Sala d’Ercole si è deciso di investire della problematica il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica. Come se non lo sapessero da sole, le forze dell’ordine, di quello che accade in città. Ma si sa: adesso a Palazzo dei Priori devono trovare qualcuno a cui passare la palla.