Nella spasmodica corsa a spararle sempre più grosse per mantenersi vivo ed alimentare il core business della sua attività professionale, rappresentato dall’esposizione mediatica da cui dipendono ospitate e cachet, Sgarbi non guarda più in faccia a nessuno. Neanche alla Chiesa.
Il tema è quello delle mascherine, che, secondo il sindaco di Sutri, non vanno più portate. Per questo motivo, ha firmato un’ordinanza, evidentemente provocatoria, che vieta a chi va in giro nel suo comune di proteggersi bocca e naso per difendersi dal virus. Il Covid infatti, secondo Sgarbi, che non è un medico né un esperto di microbiologia, non sarebbe più pericoloso.
Da dove gli derivi tanta convinzione non è dato saperlo, mentre si sa invece benissimo che cavalcando un argomento così caldo il noto critico d’arte punta a restare sulle prime pagine dei giornali. Una provocazione, come detto. L’ennesima, in barba stavolta al dolore di tante famiglie che per causa del Covid hanno visto morire i propri cari.
Un fatto, questo, che non è sfuggito al parroco di Sutri, Miguel Zambrano: “Si resta sconcertati da queste iniziative – ha detto, intervistato da Adnkronos-. Questo virus sta facendo tanti morti nel mondo, servirebbe più unità in questo momento e invece abbiamo queste autorità. La gente sa benissimo che se sta in un parco o comunque all’aria aperta, della mascherina può fare a meno. Purtroppo abbiamo questo genere di autorità, sono i ‘padroni di casa’ ma la gente non ha bisogno di minacce, sa quel che deve fare. Ci dovrebbe essere più cura per i cittadini, dispiace per il pensiero del sindaco. Anzi, si resta sconcertati. Serve grande pazienza con queste autorità…”.
Il problema è che il parroco, intervenendo, ha fatto esattamente il gioco di Sgarbi, a cui non è parso vero infilarsi in una nuova polemica, stavolta appunto contro il sacerdote: “Nessuna minaccia. Pensavo – è stata la replica di Sgarbi – che don Miguel fosse un uomo spiritoso; ma evidentemente non sa leggere. E non conosce i dati: non ci sono più morti, nessuno fra i bambini. Lui ha dubitato di Dio, non facendo le messe. E ha ancora paura. Un tempo gli uomini della Chiesa stavano fra i malati, durante la peste. Don Miguel è stato in casa. Eppure, proprio io ho chiesto al vescovo di non mandarlo via da Sutri. Lo invito a leggere bene l’ordinanza e a valutare che la multa è un paradosso. Io ho solo dato istruzioni per un uso corretto, non fanatico, della mascherina. Quando incontrerà, come padre Hamel, un terrorista islamico mascherato, in chiesa, capirà. Serve grande pazienza con questi preti”.