A Vallerano approvano una mozione di Rifondazione comunista con cui, d’ora in avanti, chi volesse chiedere un qualsiasi spazio pubblico si dovrà dichiarare antifascista. Il provvedimento è chiaramente indirizzato a Casapound. Contro la decisione prende però posizione Mauro Rotelli, nel cui partito stanno per confluire alcuni elementi del movimento di estrema destra. Dimenticando i dettami della Costituzione, il parlamentare dice che non c’è nessun motivo di criticare chi si proclama fascista.
Fin qui tutto chiaro. Come chiaro è che, a livello provinciale, nessuno, nella sinistra del Pd, senta il bisogno di stigmatizzare l’uscita del deputato meloniano: visto l’accordo con lui sottoscritto, per governare insieme la Provincia e allearsi nei Comuni, non vale la pena mettere bocca.
Tutto chiaro, dunque, anche in questo caso. Meno chiaro è invece ciò che accade da questo momento in poi, quando qualcun’altro, all’interno del Pd, lo scandalo rappresentato dall’atteggiamento di Rotelli lo denuncia, spedendo un comunicato stampa. Ma – colpo di scena – in questo preciso momento entra in azione il sito che si proclama più importante della Tuscia, il quale, al contrario di ciò che i principi della libera stampa dettano, va a sollecitare un intervento proprio della sinistra del Pd. Obiettivo: evitare di fargli fare brutta figura.
Ora, tutti sappiamo che la libertà di stampa è un pilastro della Repubblica italiana. Purtroppo a Viterbo, come vedete, non sempre è così. Il sito più grande e importante della città (come si autodefinisce) si lega a un padrone e fa di tutto per difenderlo anche di fronte all’indifendibile. Il risultato in questa circostanza è la comparsa di un comunicato scritto in fretta e furia e firmato da chi fino a quel momento era stato zitto. Un pastrocchio dentro il quale si scomoda addirittura il defunto (da decenni) arco costituzionale. Tutto per dare a credere che la sinistra del Pd non ha abdicato alla sua storia e allo stesso tempo per non scomodare la destra di Rotelli che con quella sinistra è alleata.
Vestendo i panni dell’ufficio stampa del padrone, il sito più grande di Viterbo si ritrova rosso di vergogna, ma che gli importa… fiero e tronfio, potrà mostrare al padrone la sua incondizionata riconoscenza.