Le ha provate tutte il senatore Umberto Fusco. Ma non c’è stato nulla da fare. Caprioli sbatte la porta e se va, schifato – dice chi lo conosce – da una politica fatta di personalismo e vanagloria. In questi giorni, il sindaco dimissionario non avrebbe risparmiato, con i pochi con cui si è confrontato, critiche ferocissime all’indirizzo di alcuni consiglieri comunali del Carroccio. Sotto accusa la squadra dei giovani, si dice, ma anche qualcuno che tanto giovane non lo è più.
Un posto d’onore sul banco degli imputati, secondo indiscrezioni, lo avrebbe il presidente del Consiglio comunale Valerio Turchetti, un ex An transitato nella Lega e già consigliere comunale per un breve periodo durante l’amministrazione Giampieri. Ma il punto non è questo visto che la maggior parte dei leghisti di oggi provengono dai ranghi di Alleanza nazionale, basti pensare al senatore Fusco e al coordinatore Contardo. Il punto vero è che la Lega è a corto di classe dirigente. Le fila del partito negli ultimi due o tre anni si sono infatti ingrossate a dismisura sulla scia dell’astro Salvini, ma poi tutto è rimasto così.
Lo sa bene lo stesso Fusco, ora in evidente difficoltà per quanto accaduto a Civita Castellana, emblema di un gigante con le gambe di terracotta proprio per la mancanza di una propria scuola politica e per il riciclaggio di persone dai partiti della destra ante Salvini. Si aprono problemi seri per il senatore, che se tra tre anni rivendicava il sindaco di Viterbo ora dovrà stare più accorto. A meno che un sindaco non lo cominci a tirar su da ora, compito però alquanto arduo visti i tanti galli nel pollaio che proprio per i ragionamenti di cui sopra esistono anche a Viterbo.