E meno male che la mafia a Viterbo non esisteva. Così disse il sindaco Giovanni Arena, vestendo i panni di Alice nel Paese delle Meraviglie, quando, a gennaio 2019, venne arrestata la banda capeggiata da Giuseppe Trovato e Ismail Rebeshi. Si era sbagliato Arena, però. Scarsa capacità di leggere la realtà da parte sua, il che, per uno che fa il sindaco, e cioè che quella realtà rappresenta, non è proprio il massimo.
A dire che la mafia a Viterbo esisteva eccome è stato il giudice romano Emanuela Attura, che ha accolto in pieno la tesi dei pubblici ministeri Giovanni Musarò e Fabrizio Tucci, ossia le risultanze evidenziate dalla Dda. Riconosciuta dunque alla banda di Trovato e Rebeshi l’aggravante del vincolo associativo mafioso.
Pesanti le condanne, che complessivamente, che ammontano a più di 79 anni. Nello specifico: a Giuseppe Trovato 13 anni e 4 mesi (multa di 14 mila euro); a Ismail Rebeshi 12 anni (multa di 12 mila euro); a Luigi Forieri 8 anni e 4 mesi; a Spartak Patozi 8 anni e 8 mesi (multa di 8 mila euro); a Shkelzen Patozi 8 anni (multa di 4 mila euro); a Fouzia Oufir, la compagna di Trovato, 5 anni e 4 mesi (multa di 6 mila euro); a Martina Guadagno 2 anni e 4 mesi; a Gabriele Laezza 8 anni (multa di 6 mila euro); a Gazmir Gurguri 7 anni e 4 mesi; e a Sokol Dervishi 6 anni.
Quanto accaduto è di fatto la fotografia di un disastro sociale di cui molti non si erano accorti. E questo è un problema più della stessa mafia. Purtroppo.