Ci sono ricercatori secondo i quali i terremoti nell’Alta Tuscia potrebbero arrivare anche al 9° grado della Scala Mercalli. La pensa così ad esempio il vulcanologo Giuseppe Mastrolorenzo dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, un esperto di fama mondiale autore di numerose pubblicazioni scientifiche. Così ebbe a dire a gennaio in occasione di un convegno sul progetto geotermico nell’area che comprende sia il complesso vulcanico Amiata che il Vulsino, una unica depressione tettonica denominata Graben di Radicofani. “Mastrolorenzo – dicono i sindaci dell’Alta Tuscia – ha evidenziato come il terremoto massimo atteso nell’area può avvicinarsi al 6° grado Richter che, data la modesta profondità ipocentrale e visto il patrimonio edilizio, potrebbe produrre gravi danni con effetti anche superiori al 9° grado Mercalli”.
“Abbiamo preso conoscenza – sono sempre i sindaci a parlare – di evidenze scientifiche, maturate negli ultimi anni a livello nazionale e internazionale, che dimostrano il reale rischio di innesco sismico che incombe su un territorio di grande complessità e vulnerabilità geofisica come il nostro se sollecitato da attività di geotermia industriale. Basti guardare l’esempio della Campania, dove due progetti di centrali geotermiche binarie pilota (Campi Flegrei ed Ischia) sono stati respinti e ritirati nel 2016 per i rischi di innesco ed induzione di terremoti”.
E ancora: “Tale conclusione, in sistemi di faglie analoghi al nostro distretto vulcanico, è confermata anche dalle risultanze del lavoro della Commissione Ichese, costituita a seguito della crisi sismica che ha interessato l’Emilia nel 2012, con magnitudo massima 6,1 e danni estesi. Per tale sequenza la commissione governativa concluse di non potere escludere la relazione causa-effetto fra attività di reiniezione e terremoto. Non mancano neanche a livello internazionale evidenze che sostengono questa sintesi. Citiamo, a titolo di esempio, il terremoto di Pohang del 2017 e le estese analisi scientifiche sulla sua origine, lo sciame sismico di Strasburgo nel 2019 vicino a un sito di geotermia profonda, le ricerche presentate al workshop internazionale di Schatzalp sulla sismicità indotta del 2019, la bocciatura un mese fa di un impianto binario pilota in Svizzera ‘perché il progetto non è realizzabile senza correre un grande rischio sismico’.
Non ci lasciano tranquilli, ma anzi ci hanno fatto ancor più preoccupare, le parole del presidente dell’Invg, Carlo Doglioni, che al riguardo nella giornata ha spiegato: ‘L’Alta Tuscia è un’area sismica, ma di media pericolosità. L’apprensione, quindi, deve comunque esserci. Si tenga però presente che in genere il 95% circa di questi sciami si esaurisce in un nonnulla, c’è poi un 5% che evolve in un grande terremoto. Al contempo non posso dire che non ci sia alcun pericolo. Una scossa di magnitudo (Richter) 5,5 o 6 , con una edilizia non antisismica, in base alla sua amplificazione e ad altri fattori, potrebbe comunque fare grossi danni. Verificate se le vostre abitazioni siano in grado di resistere ad eventi di magnitudo importante, perché potrebbero esserci’”.