Cna chiede alla Regione di sostenere presso il governo, in sede di Conferenza Stato – Regioni, la riapertura, entro la seconda decade di maggio, delle attività del settore benessere: centri di acconciatura, di estetica e di tatuaggio e piercing. Lo fa con una lettera inviata dal presidente, Erino Colombi, al presidente della giunta, Nicola Zingaretti, e agli assessori allo Sviluppo Economico, Paolo Orneli, e alla Sanità, Alessio D’Amato.
“Vi è certamente nota la situazione di forte disagio degli imprenditori che operano nei settori dei servizi alla persona. Alla preoccupazione per la tenuta di questo tessuto economico fatto di piccole imprese, si sono aggiunte, in questi giorni, rabbia e tensione, determinate dalle parole pronunciate dal presidente del Consiglio, On. Giuseppe Conte, che per i centri dell’area benessere – acconciatura, estetica, tatuaggio e piercing –ha indicato il fermo fino al 1° giugno, con apertura, dunque, il 3 giugno. Questa ipotesi – scrive il presidente regionale della CNA – lascia pensare che il comparto non sia in grado di lavorare nel rispetto delle norme di sicurezza. È vero, invece, il contrario: l’attenzione verso le misure di igiene e sicurezza, a tutela della salute dei clienti e degli stessi addetti delle imprese, fa parte da sempre della cultura professionale di queste categorie”.
Inoltre, nell’attuale fase di emergenza sanitaria causata dalla diffusione del Covid-19, gli imprenditori assumono l’impegno non solo a rispettare il Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del Covid-19, ma ad applicare uno specifico Codice di autoregolamentazione.
“La stessa CNA ha elaborato, a livello nazionale, un Codice in cui sono fissati i requisiti indispensabili per la riapertura, relativamente all’accoglienza del cliente (esclusivamente su appuntamento), alle modalità di svolgimento delle attività e di utilizzo dei dispositivi di protezione individuale, alla gestione dei collaboratori/dipendenti, alla pulizia e alla sanificazione degli ambienti nonché alla pulizia degli strumenti e degli indumenti da lavoro – spiega CNA Lazio -. Misure, tutte, che eviteranno assembramenti, garantendo dunque il distanziamento sociale, e si tradurranno in spostamenti numericamente contenuti di persone nell’arco della giornata”.
Quello dei servizi alla persona è un settore con un peso rilevante nell’economia della regione e con un ruolo importante ai fini del benessere dei cittadini. “Lo stop prolungato si riflette perciò negativamente sia sul piano economico che su quello sociale e psicologico”, fa osservare Colombi, evidenziando che la richiesta di riapertura “arriva da professionisti che lavorano nella legalità, che hanno seguito impegnativi percorsi di qualifica e con passione continuano a dedicare il loro tempo alla formazione, che garantiscono ai clienti sicurezza, uso corretto delle apparecchiature e dei prodotti cosmetici e che oggi sono perciò preparati ad adottare le nuove misure per il contrasto del virus”.
Queste imprese chiedono di essere messe nella condizione di ripartire anche per scongiurare il pericolo, purtroppo attuale, della loro chiusura. Parliamo di migliaia di famiglie che si troverebbero in uno stato di drammatica difficoltà.
“Auspichiamo il sostegno della Regione – afferma Luigia Melaragni, segretaria della CNA di Viterbo e Civitavecchia -. Anche attraverso questa iniziativa, condivisa da tutte le CNA territoriali del Lazio, diamo voce a una realtà significativa del nostro tessuto imprenditoriale. Nella lettera si evidenzia altresì che il prolungamento del lockdown rischia di alimentare ulteriormente il fenomeno dell’abusivismo, contro il quale le imprese di acconciatura, di estetica e di tatuaggio e piercing hanno dovuto lottare in questi anni”.
“Invitiamo il governo a considerare che la vera minaccia per la salute dei cittadini è costituita dagli irregolari che, senza possedere qualifiche e autorizzazioni di alcun tipo, effettuano servizi nelle abitazioni. È perciò urgente – prosegue Melaragni – che siano rafforzati i controlli sugli abusivi da parte delle autorità competenti, a protezione delle imprese e della salute della collettività”.
“Siamo consapevoli – è la conclusione della lettera di CNA alla Regione – che la battaglia contro il virus avrà tempi lunghi, ma siamo altrettanto certi della professionalità e del grande senso di responsabilità dei nostri operatori, pronti a tornare a prendersi cura dei loro clienti in totale sicurezza”.