Ve lo ricordate il caso Castagnaro sollevato qualche mese fa dalla Cgil? Il sindacato contestò che l’ex primario di ortopedia di Belcolle fosse impiegato al day surgery dell’ospedale di Montefiascone nonostante fosse andato in pensione dal primo agosto. La Asl replicò che al professionista era stato conferito un incarico per tre mesi, fino al 31 dicembre, come docente in un corso di formazione su microchirurgia e chirurgia della mano destinato a medici e infermieri e accreditato da Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali). Il sindacato tuttavia non si accontentò della spiegazione: “Ci risulta – osservò – che i professionisti che Castagnaro deve affiancare siano tutti altamente specializzati e con un’esperienza ventennale nella chirurgia della mano. Ci domandiamo quindi quali ulteriori elementi formativi possa ora trasmettere a tali professionisti. Ci siamo posti questi interrogativi, ma abbiamo oggettiva difficoltà a trovare adeguate risposte”.
Bene, oggi, con una determinazione di due giorni fa (la 306) la Asl è implicitamente costretta ad ammettere che le osservazioni del sindacato non erano campate in aria. Con l’atto in oggetto è stato disposto infatti che non si può procedere alla liquidazione dei compensi previsti dal progetto in quanto: 1) rispetto al manuale Agenas, l’obiettivo dichiarato non è stato raggiunto poiché non presenti nel report finale tutte le professionalità dichiarate; 2) l’obiettivo generale e gli obiettivi specifici dichiarati nel programma presentato e inserito nel portale Agenas non sono stati raggiunti al fine della valutazione positiva della qualità del progetto; 3) rispetto al regolamento Agenas non vi è riconoscimento dei crediti poiché non vi è presenza documentata di discenti/docenti per almeno il 90 per cento della durata dell’evento (75 ore dichiarate).
Dunque, qualcosa non è andato come sarebbe dovuto andare per cui la Asl ha ingranato la retromarcia. Non si tratta di un caso isolato, però. Capita spesso alla Cittadella, di fronte a concorsi e selezioni, di dover rimettere le mani alle iniziali decisioni. Così è successo ad esempio per la scelta della commissione per il social media manager (come da questo giornale denunciato) o sulla nomina della commissione chiamata ad individuare il primario di chirurgia vascolare e d’urgenza. Ci avevano messo il primario andato in pensione, Domenico Alberti: peccato che la legge non lo consenta.
Castagnaro, Alberti, social media manager: qualcosa che non torna. Anzi, sono parecchie le vicende che non quadrano. Non sarebbe il caso di andare a fondo a tutte queste storie? Perché accadono con così tanta facilità?