
Povero Fabio Campanile, primario chirurgo dell’ospedale Andosilla di Civita Castellana. Se le voci che circolano alla Asl in questi giorni corrispondono a verità, adesso dovrà occuparsi infatti anche della chirurgia oncologica, della chirurgia d’urgenza e della chirurgia vascolare di Belcolle. Dato che quella d’urgenza e la vascolare sono accorpate in un unico reparto, parliamo dunque di un primario per tre poli chirurgici. Tre reparti. Roba che neanche in Nigeria, dove i medici scarseggiano.
Una situazione, se vera, che avrebbe dell’incredibile, anche perché parliamo di reparti strategici della sanità viterbese. Belcolle e Civita Castellana insieme, praticamente quasi l’intera rete provinciale dei servizi chirurgici. Una situazione soprattutto grave dall’ottica dei pazienti, che hanno invece tutto il diritto di avere a disposizione servizi funzionanti e diretti da un titolare che possa dedicargli tutto il tempo di cui necessitano.
Ma come si arriverebbe a tutto ciò? La domanda in effetti è da un milione di dollari e si spera che la Asl, se fosse tutto vero, stavolta risponda in maniera circostanziata e approfondita per fugare qualsiasi dubbio. Staremo a vedere. Di certo, la situazione è questa: alla chirurgia oncologica è stato bandito e già espletato un concorso da primario per ricoprire il posto lasciato vacante da chi che se n’è andato. Esiste una graduatoria, ma niente: chissà perché, la Asl non procede ancora all’assunzione del vincitore. Tutto fermo. Alla chirurgia d’urgenza e vascolare il concorso invece è stato bandito, ma per il momento non è stato ancora espletato. Parliamo della selezione nella cui commissione era stato messo impropriamente il primario uscente, Domenico Alberti, che per legge, essendo andato in pensione, non può far parte di nessun organo giudicante, tanto più in questo caso visto che si tratta di scegliere il suo successore. A sollevare il caso erano stati i sindacati: “Il collocamento a riposo del suddetto dirigente (Alberti, ndr) – avevano fatto notare Cgil Funzione pubblica e Fials – è assolutamente incompatibile con l’incarico di componente della commissione tecnica. Si richiede pertanto l’immediata revoca di tale deliberazione e la nomina di un altro dirigente”. Ora, la domanda che ci si pone, è semplice: quanto tempo ci vuole per nominare un nuovo commissario? Che aspetta la Asl? Perché non dà corso a questa benedetta selezione?
Insomma, se la notizia di Campanile venisse confermata ci troveremmo di fronte ad un’anomalia, grave come dal punto di vista del servizio erogato ai pazienti, senza una apparente spiegazione. Ma siccome una spiegazione sicuramente c’è la Asl ha il dovere di dire che cosa sta accadendo.