Cornuti e mazziati. Si sentono un po’ così gli agenti della polizia penitenziaria viterbese. Costretti a lavorare sotto organico e con turni massacranti a fronte di un numero di reclusi oltre le stesse possibilità fisiche del carcere di Mammagialla, sono finiti nel mirino del Comitato anti tortura del Consiglio d’Europa, che ha denunciato pestaggi e maltrattamenti ai danni dei reclusi. Per questo hanno manifestato sotto la Prefettura.
“E’ inammissibile – dicono – accettare o peggio ancora far passare anche il solo sospetto che il personale di polizia penitenziaria di Viterbo possa essere un presunto torturatore. Assurdo apprendere che le accuse sono rivolte a quel personale che opera nell’unità separata che si occupa di detenuti al 41 bis, cioè quelli che sono soggetti al regime di carcere duro, peraltro sottoposti a controlli sorvegliatissimi e di videosorveglianza. Tutto ciò è impensabile. Additare il personale di Polizia Penitenziaria di Mammagialla come torturatore davvero è vergognoso”.