E’ stata respinta, dopo sette anni, la richiesta di risarcimento danni presentata dal Comune contro l’ex sindaco Erino Pompei. Pompei, al culmine di liti su liti con il successore Francesco Bigiotti, fu accusato di aver percepito illecitamente rimborsi comunali per trasferte dal 2000 al 2009. La domanda è stata rigettata “in quanto infondata” e il Comune, nella persona dell’altro ex sindaco Francesco Bigiotti, è stato condannato alla refusione delle spese di lite.
A ripercorre la vicenda è lo stesso Pompei: Con sentenza del Tribunale di Viterbo n. 58/2020, REG. n.737/2016, il 16 gennaio scorso, l’Autorità Giudiziaria ha portato a conclusione la causa che il Comune di Bagnoregio ha intentato contro il sottoscritto accusandolo di aver percepito illecitamente i rimborsi comunali per trasferte dal 2000 al 2009: la domanda del Comune è stata rigettata in quanto infondata e il Comune, nella persona dell’ex Sindaco Francesco Bigiotti, è stato condannato alla refusione delle spese di lite. Non desidero, né voglio, utilizzare il documento giudiziario per assumere atteggiamenti di circostanza e, in ogni sede, intendo limitarmi a far constatare che la giustizia ha percorso con obiettività la sua lunga strada, lungo la quale ha anche consentito che la parte attrice formulasse una proposta di composizione bonaria che, però, quest’ultima ha lasciato finire nel nulla. La denuncia che fu inoltrata contro di me nel giugno del 2013 non era l’unica, ma solo una di quelle che il sindaco neo eletto mi ha rivolto (e sono state tutte archiviate) contestualmente ad una campagna di stampa che ha immediatamente diffuso la notizia sui giornali cartacei e on line con toni, commenti e interviste che esprimevano già una fiera condanna e un giustizialismo inimmaginabile nell’atteggiamento di chi aveva governato con me nei precedenti dieci anni. Ancora oggi, se nei motori di ricerca sul web scrivo il mio nome e cognome, non compaiono le opere e la dedizione pluridecennale che ho espresso (bene o male, ai posteri giudicarlo) nei confronti del mio amato paese nell’era in cui internet non esisteva e che, però, sono ancora oggi sotto gli occhi di tutti, ma compaiono gli articoli infamanti in cui dovevo essere condannato a priori. Forse occorreva che un’immagine venisse cancellata nell’ignominia a vantaggio della comparsa di una nuova immagine alla quale nulla facesse ombra. Anche se all’epoca fu facile e astuto farmi fare la figura del politico che non si rassegnava a lasciare la poltrona, oggi posso dire che immediatamente a partire dai giorni successivi alle elezioni del 2009, chi aveva decantato pubblicamente i meriti dell’amministrazione Pompei-Bigiotti iniziò un’accurata demolizione di un rapporto che fino a quel momento io avevo considerato umanamente e politicamente filiale. Accanto agli articoli sui presunti rimborsi illeciti, compaiono ancora quelli in cui il sindaco di allora si vantava di avermi fatto restituire una indennità di fine rapporto illecitamente percepita: con un’ingiunzione sindacale mi fu “intimato” di versare nelle casse comunali oltre 12.000 euro.
Bene, in netto contrasto con il mio avvocato che, carte ministeriali alla mano, riteneva con ragione la richiesta del tutto infondata, concorde con la mia famiglia ho deciso di versare la somma perché non rimanesse nella cittadinanza un minimo dubbio di illegalità a mio carico.
Ho inteso fornire questi pacati chiarimenti ai miei stimati e amati concittadini senza spirito di animosità e di rivalsa perché si possa conservare intatta l’onestà di giudizio sul trentennio da me attraversato al servizio di un paese che ho visto crescere e svilupparsi con forza sempre maggiore per opportunità di lavoro e recupero dei suoi beni storici.
Consiglio di tenere a mente che se oggi c’è un bene da sfruttare, con modi che a volte mi fanno male e sui quali i cittadini dovrebbero vigilare, è perché qualcuno in passato lo ha recuperato, valorizzato e tutelato (molte di quelle reali trasferte a Roma si traducevano in milioni di euro di finanziamenti per Bagnoregio) e consiglio a chi ha cercato di cancellare trent’anni di storia bagnorese a colpi di denunce di non vantarsi, come è accaduto nell’ultimo consiglio comunale, che chi si è messo contro di lui “sta pagando l’avvocato da dieci anni” perché non si gestiscono così i conflitti, specialmente quelli creati ad arte, e perché la giustizia non è al suo personale servizio. Ora, infatti, la sentenza dispone che gli avvocati debba pagarli il Comune nella “persona del sindaco pro tempore”.
Erino Pompei