Coronavirus: eventuali casi sospetti che dovessero essere segnalati nel Lazio saranno trattati all’Istituto Spallanzani di Roma, dove si è tenuta una riunione operativa con tutti i responsabili dei pronto soccorso del Lazio, compreso quello di Viterbo. La gestione della malattia, sempre qualora si dovesse registrare qualche posizione sospetta, avverrà dunque in maniera centralizzata, mentre per l’eventuale gestione di casi pediatrici l’indicazione di centralizzazione è attraverso l’ospedale Bambino Gesù.
“Più che allarme direi che è un elemento di precauzione che il Sistema sanitario ha preso secondo le indicazioni che sono state date a livello europeo e dal ministero della salute. A oggi non c’è motivo di preoccupazione”, ha specificato l’assessore Alessio D’Amato, che ha aggiunto: “Le nostre strutture sono pronte. Anche negli anni scorsi, ad esempio con la Sars, sono sempre state date indicazioni molto chiare che verranno usate anche questa volta”.
Nel frattempo aumentano però i casi di normale influenza, per cui attenzione a non farsi prendere dal panico se si vieni colti da febbre. Nell’ultima settimana nel Lazio si sono stimati complessivamente circa 85 mila nuovi casi di influenza, raggiungendo il valore di 14,59 per 1.000 assistiti che è il quinto valore di picco più alto registrato in 21 stagioni di sorveglianza. L’incidenza per la fascia di età 5/14 anni ha raggiunto i 34,2 casi per 1.000 assistiti, che è il secondo valore più alto negli ultimi 16 anni. “Fare il vaccino antinfluenzale – sempre l’assessore D’Amato – è fondamentale anche per la fascia pediatrica e sarebbe utile farlo rientrare nel Piano nazionale delle vaccinazioni. C’è ancora tempo per vaccinarsi poiché la stagione finirà a fine marzo. Ricordo che è inutile con l’influenza recarsi al pronto soccorso, ma è preferibile rivolgersi al proprio medico di famiglia o al pediatra di libera scelta ed è assolutamente sconsigliato sottoporsi a terapie antibiotiche senza la prescrizione del medico. I costi sociali dell’influenza sono notevolissimi, solo nella nostra regione finora ha colpito circa 400 mila cittadini. Sono elevate inoltre le complicanze soprattutto per i pazienti più fragili”.