Cronaca di fra Michele Minorita, questo il titolo del libro, riscritto e interpretato da Giulia Boccardi e Luca Salvatelli, che verrà presentato sabato 1 febbraio alle 16.30 presso la sala consiliare del Comune di Soriano nel Cimino a cura dell’Associazione Soriano Terzo Millennio in collaborazione con Archeoares Edizioni.
La Cronaca di fra Michele Minorita, scritta a Firenze alla fine del XIV secolo, è una testimonianza eccezionale di un periodo storico complesso, controverso e affascinante. In poche pagine dense di drammaticità e tensione l’anonimo cronista ci porta a rivivere la Firenze di fine Trecento che fa da sfondo all’esperienza umana e spirituale di Michele Berti
da’ Calci dei Frates pauperae vitae, condannato al rogo come eretico perché professava, così come San Francesco agli albori del movimento francescano, i valori della povertà assoluta di Cristo e degli apostoli.
Il documento, in volgare, narra quindi gli ultimi giorni di vita di fra’ Michele Minorita, giunto a Firenze dalle Marche il 26 gennaio 1389 e attivo pochi mesi, prima di essere arrestato, il 20 aprile, processato e infine condotto al rogo, il successivo 30 aprile.
L’autore anonimo, forse un suo confratello, conquistato dalla parola del predicatore rende fra Michele il protagonista di una vicenda drammatica fatta di ingiustizie e di soprusi. Una storia dove il male, impersonato dall’“eretico” papa Giovanni XXII e dai suoi collaboratori “farisei”, riesce comunque alla fine a dare il giusto riscatto all’immagine dell’umile frate, che sottoposto ad interrogatorio per 10 giorni di seguito, coraggiosamente
continuava a professare che il papa e i suoi successori erano illegittimi.
La sentenza di morte sul rogo per eresia fu pronunciata dal capitano del popolo Niccolò Gentile da Monterano il 30 aprile 1389.
Il libro in presentazione quindi sull’unico esemplare pervenuto, verosimilmente contemporaneo alla narrazione degli eventi e destinato al ristretto ed esclusivo uso dei confratelli di fra Michele, la vicenda narrata suggestionò anche Umberto Eco che vi si ispirò per la stesura del “Nome della Rosa”.